Abruzzo
Coronavirus, tra norme e libertà
La quarantena si è rivelata più dura del previsto. E la cosa che manca di più è senz'altro la scuola
Lucia Bonifacio | 21 maggio 2020

Il primo periodo di quarantena è passato in modo molto tranquillo e sereno, poiché non mi rendevo conto di ciò che stesse accadendo. I primi giorni li ho passati insieme a mia madre e mia nonna a cucinare. La nostra unica preoccupazione era il timer del forno.

Le uniche cose che sentivo dire alla tv riguardavano il virus: sembrava un bollettino di guerra. Anche se ciò non mi spaventava, ero comunque un po’ preoccupata soprattutto per mia zia che abita da sola lontana da me. In quel momento le uniche preoccupazioni riguardavano il campionato di tiro a segno, era appena iniziato e fremevo dalla voglia di gareggiare. Non vedevo la situazione così preoccupante come la descrivevano perché credevo che si sarebbe risolta in poco tempo. Ma di giorno in giorno peggiorava. Era sempre più difficile seguire le videolezioni, avevo tante difficoltà a connettermi e cominciavano a mancarmi i professori e i miei compagni. Il semplice caffè preso durante la ricreazione oppure la chiacchiera scambiata in corridoio erano un momento per staccare la testa e rilassarsi, che è venuto meno per colpa di questo virus.

Ero chiusa in casa, senza la possibilità di vedere nessuno, vicini e amici non potevano uscire come non potevo farlo io. Mi sono buttata sullo studio: è stato un modo per far passare le giornate altrimenti tutte identiche.

Questo periodo di quarantena mi ha fatto stringere maggiormente i legami con la mia famiglia: all’inizio si litigava un po’, nessuno era abituato ad avere sempre tutti in casa per tutto il giorno, ma dopo poco abbiamo cominciato a parlare di più, capendo e accettando i sentimenti gli uni degli altri.

Speravo che finisse presto, questione di qualche settimana, e invece si è prolungata davvero tanto, troppo. E anche se adesso le misure sono state un po’ allentate, non si parla di rientro a scuola, se non nel prossimo anno scolastico. Per la fine della quarantena mi auguro che la gente abbia capito il valore della libertà e l’importanza delle norme. Inoltre spero che i ragazzi della mia età imparino a non dare tutto per scontato.

 

 

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