Arte
Pompei, una scoperta dopo l'altra
Il ritrovamento del Pilentum è solo l'ultima delle innumerevoli scoperte nell'area archeologica campana che continua a farci rimanere senza fiato
Oliviero Massaccesi | 2 marzo 2021

"Pompei continua a stupire con le sue scoperte” commenta il ministro della cultura Dario Franceschini, dopo la scoperta di ieri che ha fatto parlare tutto il mondo. Si tratta di un Pilentum, ovvero un carro cerimoniale, un veicolo usato solo dalle élites e soltanto in contesti cerimoniali. Elegante e leggero, stupefacente per la complessità e la raffinatezza dei decori in stagno e bronzo, incredibile nella sua completezza, con le tracce dei cuscini, delle funi per reggere le corone di fiori, persino le impronte di due spighe di grano lasciate su un sedile. Ma non si tratta dell’unica recente scoperta riguardo il sito archeologico più famoso del mondo; solo negli ultimi anni infatti, abbiamo assistito a numerosi e affascinanti ritrovamenti: partendo dal “Sauro Bardato del generale” del 2018, arrivando all’antico Pilentum tirato fuori dalle ceneri pochi giorni fa.

Il Sauro Bardato

 La scoperta del Sauro Bardato risale a poco più di due anni fa, un cavallo alto, di gran razza e bardato di tutto punto con la sella e i finimenti riccamente decorati in bronzo. È lo splendido cavallo di un altissimo magistrato militare, un sauro forse preparato per consentire al suo padrone di correre in soccorso alla cittadinanza nelle ore più buie dell'eruzione. Venne descritto da Massimo Osanna, direttore del parco, come un “reperto di rara importanza”. Al momento dell’eruzione era ancora legato nella grande stalla insieme con altri due o forse tre cavalli di gran razza, lo splendido sauro del comandante deve aver fatto una fine atroce, “soffocato dalle ceneri che invasero l’ambiente o sopraffatto dallo choc termico all’arrivo della nube piroplastica” spiega Osanna.

Il graffito di Mummia

Ma non finiscono qui le scoperte della villa del Sauro Bardato, è stato infatti portato alla luce nel Maggio del 2020, un graffito su un muro, Mummia, il nome di una bambina, che apre le possibilità che l’importante padrone di casa fosse un esponente dei Mummii, famiglia importantissima a Roma, la cui presenza non era finora mai stata attestata a Pompei.

I fuggiaschi

Andando avanti verso novembre 2020, è il turno dei due fuggiaschi di Pompei, notizia che fatto il giro del mondo. “Una scoperta davvero eccezionale”, così la definisce Osanna, “perché per la prima volta dopo più di 150 anni dal primo impiego della tecnica è stato possibile non solo realizzare calchi perfettamente riusciti delle vittime, ma anche indagare e documentare con nuove tecnologie le cose che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione". Si trattava di un uomo matura avvolto in un pesante mantello di lana accompagnato dal suo giovane schiavo, due corpi travolti dall’eruzione del Vesuvio mentre probabilmente cercavano riparo sotto il criptoportico di una grande villa.

Il Thermopolium

Ma gli scavi a Pompei non si sono mai fermati, un’altra scoperta infatti è stata fatta a dicembre 2020. Dalla Villa del Generale,  che si trova a nord di Pompei in località Civita Giuliana, ci spostiamo dentro le mura della città, dove troviamo la bottega dello “street food”. Un Thermopolium quasi intatto, tutto fermo nel tempo al giorno dell’eruzione, fissato nell’eternità dal materiale pirolastico, che ne ha sigillato gli straordinari colori e conservato elementi fondamentali per ricostruire usi alimentari e abitudini dei romani di duemila anni fa. “Una fotografia del giorno nefasto” commenta Massimo Osanna.

A Pompei la ricerca continua ininterrotta e chissà quante meraviglie sono ancora in attesa di essere scoperte.

 

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