Attualità
Violenza contro le donne, non è normale che sia normale: la danza che ti salva
Dalla fiction Rai "In punta di piedi" alla nostra vita quotidiana
Giulia Farfariello | 11 dicembre 2019

Cosa fareste se foste la moglie e la figlia di un noto camorrista del territorio campano? La prima risposta che vi potrebbe venire in mente sarebbe quella di scappare, di lasciare tutto per fuggire in un luogo lontano senza che nessuno vi possa scovare o addirittura uccidere.

E invece, l'unica cosa che ha salvato le due protagoniste della fiction "In punta di piedi", targata Rai 1, è stata la danza. Come? A volte non conta che cosa ti salva, ma essere salve.

La fiction racconta la storia di una bambina, Angela, piccolo prodigio della danza, nonché figlia di un noto boss di Secondigliano, interpretato dall'attore Marco Palvetti e di Nunzia, una madre coraggiosa interpretata da Cristiana Dell'Anna, una delle protagoniste della serie Sky "Gomorra", tratta dal best seller di Roberto Saviano.

A metà anno scolastico, la bambina decide di volersi iscrivere a scuola di ballo ed effettuare delle lezioni di danza classica. Sin dall'inizio, la piccola sembra avere un talento naturale per la danza classica e ad accorgersene è proprio la sua insegnante, Lorenza, impersonata da Bianca Guaccero. Il boss uccide un rivale del suo stesso clan ed è costretto, insieme alle due donne, a trasferirsi in un'altra casa. Sia Angela che Nunzia sono prigioniere della nuova casa e, in più, sono sorvegliate a vista dagli scagnozzi del marito. Così, per un periodo, Angela non può andare né a scuola né tanto meno a scuola di danza che, man mano, sta diventando la sua passione.

Nunzia, nonostante gli ordini del marito, decide di accompagnare di nascosto la figlia a seguire le lezioni, ma, dopo un periodo, vengono scoperte e strattonate a forza fuori dalla scuola di ballo. La scuola viene bruciata e la maestra, avendo perso tutto, decide di trasferirsi a Parigi per iniziare una nuova vita. Nunzia si rende conto che è l'occasione giusta per salvare sua figlia ed è per questo motivo che decide di affidarla alla maestra che può portarla insieme a lei a Parigi per farle studiare danza e per far sì che lei possa diventare una bravissima étoile. In più, Nunzia avvisa i carabinieri che arrestano il marito e i suoi uomini.

Dieci anni dopo, Nunzia raggiunge la figlia a Parigi e la ammira dietro le quinte del palco dell'Opera di Parigi. Grazie a Nunzia e al suo incredibile coraggio, sua figlia si è salvata ed è divenuta una bravissima ballerina.

Oltre a una trama avvincente, il film, andato in onda il 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, presenta alcuni riferimenti a questa giornata. Gli interni della scuola di danza sono di colore rosso e, in più, su una parete, vi sono dipinte della scarpetta da ballo dello stesso colore. Infatti, il simbolo di questa giornata sono proprio le scarpe rosse. In più, la scuola di ballo non è soltanto un edificio adibito alla danza, bensì la roccaforte del bene, un luogo in cui il dolore e l'odio non possono essere presenti, un luogo limpido e puro dove ogni donna può trovare conforto da una violenza. Per questa ragione, la scuola che viene data alle fiamme è un emblema della violenza inflitta alle donne, poiché è come se la speranza di sfuggire alla violenza stessa si sgretolasse.

Ricordiamo, inoltre, che violenza non significa solamente malmenare una donna, ma anche ripeterle frasi come "sei mia", "non voglio che tu ti vesta così" o "non puoi uscire". Nel film, le due donne non scappano solo perché l'amore della danza è così forte da non poterlo fermare, ma soprattutto perché non vogliono essere rinchiuse in una casa, private di una vita dignitosa e non vogliono sentirsi proprietà di un uomo.

La fiction è quindi un grido potente, una spinta affinché le donne possano alzare la testa e ribellarsi alla violenza che subiscono, così come ha fatto Nunzia. La paura c'è ed è tanta, ma donna, chiunque tu sia e qualsiasi situazione tu stia vivendo, ascoltami, alza la testa, combatti e fatti aiutare. È importante far sentire la propria voce, ed è per questo motivo che è stato istituito un numero nazionale, il 1522, rivolto a tutte le donne vittime di violenza. Un uomo che tocca con violenza la sua donna non può essere definito tale. Basta un solo episodio di violenza per far sì che egli possa rifare lo stesso un'altra volta e un'altra volta ancora.

Sono più di novanta i femminicidi del 2019 e purtroppo questo dato viene aggiornato quotidianamente ma...non è normale che sia normale!

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