Attualità
Il mio reportage sardo per la Fase 2
Ho chiesto ai miei concittadini impressioni e pareri per la nuova fase che si inaugura oggi
Elio Sanchez | 4 maggio 2020

Oggi inizia la fase 2 e io ho indossato i panni del reporter in giro per il mio paese, Sant’Antioco, per fare il punto della situazione e ascoltare il parere dei miei compaesani. Vivo in una piccola isoletta a sud ovest della Sardegna. Siamo circa dodicimila abitanti e per nostra fortuna abbiamo il ponte che ci collega alla terraferma e non dobbiamo muoverci col traghetto ogni volta che dobbiamo uscire dall’isola. Siamo un paese a vocazione turistica, avendo il mare vicino e delle spiagge e delle scogliere bellissime.

In questo periodo di quarantena, sin da subito il nostro sindaco ha emanato un’ordinanza ancora più restrittiva rispetto alle norme nazionali, mentre adesso la Regione ha emanato un’ordinanza di sabato che ha consentito maggiori riaperture rispetto a quelle imposte da Conte. I parrucchieri e i centri estetici potranno riaprire lunedì 11 maggio, mentre i bar e ristoranti molto probabilmente il 18. Riaprono i parchi e i cimiteri ma i sindaci potranno decidere di chiuderli.

Ma come stanno reagendo i sardi? Silvia, 15 anni, tira un sospiro di sollievo e si dice fiduciosa: “Siamo tutti favorevoli alle riaperture, confido nel senso di civiltà per evitare aggregazioni in luoghi chiusi come bar, ristoranti ecc.", mentre Alessia, 18 anni, polemizza sulla decisione di trattare tutte le Regioni nello stesso modo: “Ci sono diversi aspetti da considerare. Io sono pro alle aperture ovviamente in sicurezza e seguendo le regole morali e civili. Si potrebbe fare a meno del parrucchiere, dell'estetista, di un caffè al bar è vero ma è anche vero che il centro estetico, la parruccheria e il bar spesso sono l'unica fonte di sostentamento di molte famiglie. Potrebbe essere la parruccheria di tuo figlio, il centro estetico di tua moglie e il bar di tuo fratello. Gente che ha sempre lavorato, ha sempre pagato tasse e bollette e ad oggi rischiano la chiusura. A me dispiace. Mi dispiace soprattutto perché hanno considerato l'Italia come unica nazione quando i casi di Covid 19 non sono gli stessi in tutte le regioni”. Sulla stessa linea anche Silvia, assistente di progetto, che precisa: “Sicuramente sono pro alla riapertura e a questa modalità, perché comunque le persone devono tornare a lavorare, ma con le dovute precauzioni. Anche perché siamo stati forse il paese dove la chiusura è stata più lunga, sperando che la cosa non peggiori, è giusto che si riapra ma appunto con le dovute precauzioni.”

E cosa ne pensano proprio i negozianti? Francesco ha una gelateria in centro ed è consapevole delle difficoltà che si troverà ancora a dover fronteggiare: “Credo che sia giusto ripartire. È chiaro che siamo davanti a una situazione difficile e inaspettata per tutti. Dopo una prima fase dove bisognava con ogni mezzo frenare l’emergenza sanitaria, e quindi è stata giusta la chiusura generale, ora visto il rallentamento dell’epidemia sia a livello nazionale e soprattutto regionale, trovo sensato cominciare a ripartire. A mio avviso va sottolineato che è fondamentale in questa fase 2 un senso civico straordinario da parte dei cittadini, e di avere la consapevolezza che è interesse comune impedire la ripartenza dei contagi. Concludo augurando a tutti il meglio per questa ripartenza, consapevole che ci saranno momenti difficili, ma bisogna inevitabilmente affrontarli con tenacia”. Diverso il punto di vista di Marina, che dal suo negozio di ottica dichiara:  “Fermo restando che io ho potuto tenere sempre aperto la mia attività, essendo considerata di prima necessità, secondo me è troppo presto per riaprire tutto velocemente come da ordinanza regionale, perché molti non sono nemmeno pronti ad adeguarsi alle precauzioni, sia da parte degli esercenti che da parte dei clienti. Uno dei motivi per il quale a parer mio è ancora troppo presto, è perché ci sono ancora molti contagiati. Se facessero i tamponi a tutti, sicuramente si potrebbe partire con maggiori garanzie".

Più difficile la situazione nel settore della ristorazione. Francesca risponde ai nostri microfoni sottolineando l'esigenza di isolare le zone con pochi contagi per poter ripartire al meglio: “Noi riprendiamo oggi, con grande felicità perché comunque abbiamo 10 dipendenti e tutti avevamo molta voglia di ritornare al lavoro. Con l'asporto e il domicilio andrà tutto bene. per quanto riguarda le riaperture, credo che se tutti applicassero le varie precauzioni, si potrebbe ripartire al meglio anche con i parrucchieri e i centri estetici. Le partite IVA sono al collasso, siamo la provincia più povera d'Europa. Io penso che sarebbe positivo ripartire tutti ma non aprire porti e aeroporti”.

 

 

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