Attualità
I campi di concentramento esistono ancora. Il caso della Cina
I campi di concentramento sono davvero solo un ricordo del passato? Vediamo cosa sta succedendo in Cina
Valentina Balzano | 27 gennaio 2021

Il 27 Gennaio è la Giornata della Memoria, ogni anno ricordiamo ciò che è successo in uno dei periodi più bui della storia dell'umanità. Ma si tratta solo di memoria? Si tratta solo del passato? Purtroppo no. Vediamo cosa sta succedendo in Cina, una cruda realtà di cui difficilmente sentiamo parlare.

I campi di detenzione 

In Cina, nella regione dello Xinjiang, ci sono 380 campi di detenzione. Attualmente secondo il ricarcatore Adrian Zenz sono rinchiuse circa 1,5 milioni di persone, la maggior parte uiguri,di etnia islamica del Nord-Est della Cina ma anche uomini di origine kazake, uzbeke, kirghise e tartare; è stata definita la più grande incarcerazione di massa dopo la Seconda Guerra Mondiale. I campi di "rieducazione", così considerati dalla Cina,  sono stati ideati per “munsulmani ribelli e pericolosi” , i pretesti per l'incarcerazione sono diversi: navigare su un sito web straniero, ricevere telefonate e messaggi dall'estero. Ma anche avere il Corano, non mangiare carne di maiale o pregare regolarmente, qualsiasi pratica possa essere collegata alla religione munsulmana. Una vera e propria privazione della libertà personale. 

Cosa succede all'interno?

All'interno di questi campi avviene un autentico processo di conversione. Le persone sono costrette a rinnegare le proprie credenze, attuare pratiche vietate dalla loro religione ed elogiare il Partito Comunista. Una volta avvenuta questa conversione non sono liberi ma vengono portati in campi di lavoro. Il loro contatto con il mondo esterno? Una videochiamata al mese con i parenti e una telefonata a settimana. In aggiunta torture, stupri e abusi di ogni genere che queste persone sono costrette a subire.

L'Intervento dell'ONU

L'8 luglio 2019, 22 paesi hanno firmato una dichiarazione all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite in cui hanno chiesto alla Cina di porre fine alle detenzioni di massa. Inizialmente il governo ha negato l’esistenza dei campi di internamento, poi definiti come programmi di formazione professionale e rieducazione “volontaria” che mirano ad alleviare la povertà e contrastare la radicalizzazione e il terrorismo. È interessante notare come il Governo cinese cerchi di giustificare le sue azioni disumane, ma la domanda principale è: perchè l'ONU non insiste? Siamo di fronte ad una chiara ed enorme violazione dei diritti umani, perchè nessuno interviene?

All'ingresso del Memoriale della Shoah di Milano troviamo una scritta: INDIFFERENZA. Questo è quello che ha permesso il genocidio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale e questo è quello che tutti i giorni permette che cose terribili accadano in tutto il mondo. Non c'è bisogno di aspettare che muoiano sei miliardi di persone per fare qualcosa. Togliamoci la benda dagli occhi subito. Informiamoci, informiamo gli altri e agiamo.

 

 

 

 

 

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