Attualità
Ricordo individuale e ricordo sociale
Impossibile imprigionare la parola "ricordo" in una definizione univoca. Vediamo insieme quante sfaccettature può avere la memoria
Riccardo Vittorio Belloli | 28 gennaio 2021

Dal dizionario della lingua italiana, il "ricordo" è "un’impronta di una singola vicenda o esperienza o di un complesso di vicende ed esperienze del passato, conservata nella coscienza e rievocata alla mente dalla memoria, con più o meno partecipazione affettiva". Questa è la definizione letterale ma cos’è un ricordo? Ne esistono diverse tipologie che lo rendono una creatura multiforme e impossibile da classificare in maniera univoca.

Il ricordo maligno

Sono ricordi che logorano, che fanno provare un nodo alla gola, un pianto soffocato, la rabbia; qualcosa che non è possibile controllare e che emerge e divora l’anima trasformando la persona più buona di questo mondo in un feroce animale ferito e pericoloso.

Il ricordo triste

A differenza del ricordo maligno, il ricordo triste svuota la persona di ogni cosa, lascia un vuoto incolmabile e in quel momento si vorrebbe poter fermare il tempo, il mondo e riavvolgere tutto per rivivere quel momento solo per un istante in modo tale da poterlo godere fino in fondo, o magari cambiarlo e in qualche modo renderlo migliore.

Il ricordo malinconico

È forse il peggiore. Lascia costantemente un senso di scoraggiamento e di impotenza. Ci si trova disarmati ad affrontare situazioni che spesso si creano senza nemmeno la volontà della stessa persona.

Il ricordo sereno

È probabilmente il ricordo più utilizzato senza nemmeno esserne consapevoli. Si dice che quando si ride senza motivo durante la giornata la colpa o merito sia di questo ricordo.

Il ricordo logorante

Siamo soliti accostare questo ricordo al rimpianto e succede frequentemente che questo ricordo si accosti ad aventi drammatici quando ci si chiede: ”Se avessi fatto diversamente, che cosa sarebbe potuto accadere?”.

Il ricordo trionfale

È quel tipo di ricordo che si legge sui libri di storia, quello che si sente nelle canzoni popolari o negli inni, i ricordi trionfali appartengono ad altre epoche ma sono attuali più che mai; essi furono usati in maniera spropositata, per esempio, non più di 85 anni fa, quando Adolf Hitler e Benito Mussolini presero ad esame la potenza dell’impero Romano e la tenacia, il coraggio, la voglia di libertà dei popoli germani utilizzando questo capitolo di storia distante più di 2000 anni per promuovere la loro orribile campagna.

Il ricordo giovane

Si tratta di quel tipo di ricordo che riporta alla mente piccoli gesti, azioni, parole accadute probabilmente per sbaglio.

Il ricordo visivo

È molto suggestivo. Basta un muro, una stanza, una porta, un disegno, un oggetto o una qualsiasi cosa apparentemente insignificante per poter riesumare emozioni indescrivibili e dimenticate.

Il ricordo fisico

Ebbene sì, anche il fisico è in grado di conservare ricordi: questo accade specialmente per chi usa tanto il fisico. Certi dolori, certe stanchezze, certe cicatrici che rimangono sono il segno indelebile di qualcosa che non verrà mai dimenticato e spesso fa apparire un sorriso sulle labbra.

Il ricordo morale

Si riferisce ad un preciso gesto, fatto in piena armonia con il proprio spirito ed il proprio corpo, un gesto che ha dato la possibilità di sentirsi in pace e che, per questo, impossibile da dimenticare.

Il ricordo da dimenticare

Si tratta di un ricordo difficile, probabilmente dovuto a qualcosa fatta in un momento di debolezza, un ricordo che si vorrebbe cancellare dalla testa ma che invece è lì, e non se ne andrà mai.

Il ricordo felice

Quante persone possono dire di avere un ricordo felice? Spesso, anche la memoria di un attimo pieno lascia spazio alla malinconia o alla tristezza. Forse si può dire di avere un ricordo felice esattamente i primissimi secondi, quando la mente lo elabora e per un attimo dimentica il resto. Ma dopotutto questa è la felicità, ricordare un attimo di dimenticanza.

Ma a cosa serve ricordare? Certamente, a costruire la vita di ogni individuo, ma soprattutto a creare esperienze e ricordi collettivi, custodia e memoria dei secoli.

 

 

 

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