Attualità
Rider, la lotta per l'emancipazione dei "nuovi schiavi"
Il mondo delle consegne sembra rivoluzionarsi dopo i primi interventi legali
Rachele Cuonzo | 2 marzo 2021

Il nome potrebbe non dirci nulla, ma li conosciamo bene: i rider ci consegnano a casa il cibo che desideriamo e a qualsiasi ora del giorno e della notte. Qualcuno da tempo li ha definiti “i nuovi schiavi”, in ragione del fatto che hanno una paga molto bassa, sono valutati con algoritmi, e si dice abbiano meccanismi di punizione e pochi diritti se paragonati a qualsiasi lavoratore dipendente.

Dipendenti o "piccoli imprenditori"?

Tutto ciò sulla base del fatto che questi semplici lavoratori sarebbero più paragonabili a piccoli imprenditori indipendenti che si muniscono dei mezzi di lavoro (spesso soltanto una bicicletta, uno zaino ed un telefono) ed affrontano in totale autonomia una vita lavorativa piena di rischi stradali e commerciali.

La loro assoluta autonomia, secondo le tante piattaforme che danno loro lavoro, si legherebbe al fatto che sono persone che, a differenza di un dipendente di un’azienda, possono lavorare quando e quanto decidono loro stessi, con la conseguenza che tutto ciò basterebbe a lasciare questi lavoratori esposti ad ogni rischio (malattia, infortuni sul lavoro e tanto altro) senza nessuna copertura.

L'intervento della legge

Le cose, però, sembrano cambiare. Dopo una prima sentenza nel 2020 che ha riconosciuto i diritti di questa tipologia di lavoratori - probabilmente complice lo straordinario ruolo dei riders durante il recente periodo di lockdown - in questi giorni sembra essere partita anche un’indagine della Procura di Milano sulle società che consegnano cibo a domicilio. L'accusa è di non rispettare le norme sulla salute e la sicurezza sul lavoro per i loro rider. All’orizzonte sembrerebbero esserci multe per circa 700 milioni di euro e probabilmente una nuova impostazione per il lavoro dei riders.

In realtà, che le cose stiano effettivamente per cambiare lo dimostra anche un recente comunicato stampa, con cui Just Eat ha dichiarato che, da Marzo 2021, prenderanno il via le prime assunzioni dei rider con l’introduzione del contratto di lavoro subordinato.

A questo punto non resta che far leva sulla più forte di tutte le armi a nostra disposizione: la prossima volta che ordineremo del cibo a domicilio, facciamolo attraverso piattaforme che riconoscano il giusto ruolo e la giusta tutela dei lavoratori.

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