Cinema e Teatro
Soul, il film Disney sul senso della vita
Imperfetto ma anche sconvolgente. Alla fine vi troverete a domandarvi: "Fino ad ora ho vissuto veramente?”
Gabriele Amico | 12 gennaio 2021

Che cosa significa vivere? Immaginiamo una persona a caso, ad esempio - così per dire - un musicista o - sempre per dire - un pianista che ha deciso di votare la sua intera vita alla musica. Il suo scopo di vita, il suo significato di vita, è guadagnato a suon di sacrifici e frustrazioni; tra questi quale pensate sia il più significativo? La risposta dell'ultimo capolavoro Disney Pixar “Soul” è il tempo.

Trama

L’ultimo prodotto sfornato dalla casa madre Disney direttamente sulla nuovissima piattaforma di Disney plus, scritto e diretto da Pete Docter, regista del geniale “Inside-Out”, affronta l'interrogativo sul senso della vita attraverso uno dei concetti più complicati e misteriosi che abbiamo: l’anima. Il 40enne musicista Joe Gardner (interpretato da Jamie Fox), sogna di fare musica jazz nei locali ogni sera e di entrare a far parte delle leggende del suo genere musicale, ma - quando si ritrova a un passo dal raggiungimento del suo sogno - precipita in un tombino ritrovandosi faccia a faccia con la morte. Nel tentativo di scappare dalla fantomatica luce bianca, però, finisce per errore nell’Ante-mondo dove invece le anime  nascono e vengono formate per andare sulla Terra. Qui farà la conoscenza di “22” (doppiata da Tina Fey) un’anima che al contrario delle altre non ha alcuna intenzione di iniziare la vita. I destini dei due protagonisti si intrecceranno andando a slegarsi in un finale adeguato anche se poco soddisfacente.

Un film riuscito a metà

Questa pellicola, chiaramente non adatta ai bambini, tenta di ricalcare le orme di “Inside-Out” anche se con scarso successo: l’animazione è perfetta in stile Disney, ma la breve durata e i temi complessi indeboliscono la resa generale del film. Alcune dinamiche complesse e filosofiche (nonché alcuni personaggi) non vengono approfonditi e lasciano molti punti interrogativi. A ciò, si aggiunga l'obbligo di vederlo da casa, ed ecco che la magia che tutte le prime visioni Disney riescono a creare, svanisce d'un colpo. Nonostante alcuni difetti, l’originalità e la bellezza del film risiedono nel tentativo di dare una risposta al senso della vita e il messaggio che viene lanciato rappresenta senza dubbio la chiave vincente di questa pellicola: vivete a pieno, non sprecate il vostro tempo; vivere non significa avere uno scopo ma essere consapevoli che tutto ha un prezzo, tutto può svanire, che ogni cosa seppur minima è importante ne dobbiamo tener conto che il tempo a nostra disposizione non è infinito e va utilizzato tutto fino all’ultima goccia. 

Il senso della vita

Tutti vogliamo avere uno scopo nella vita, fare qualcosa, sentirci utili e per fare ciò siamo disposti a sacrificare ogni cosa: c’è chi studia  per passare un esame o un concorso e quindi sacrifica il proprio tempo libero, chi fa tardi a lavoro e quindi non ha il tempo di godersi la mattinata (gustare il caffè, sentire il fresco o il caldo mattutino, ascoltare un po' di musica mentre ci si alza...), chi per dedicarsi alla sua passione deve svolgere altri compiti affondando nella noia e nell’insoddisfacenza; siamo veramente sicuri che una volta raggiunto il nostro scopo e aver sacrificato il nostro tempo ci sentiamo veramente appagati oppure siamo troppo impegnati per accorgerci di non aver usufruito  a pieno del dono più importante che abbiamo? Seneca chiedeva in una delle sue famose lattere a Lucilio: "Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo e alla sua giornata, che capisce di morire ogni giorno?”. Ed è proprio la sua domanda che risuona in Soul: quanto è raro trovare chi sa dare valore al tempo! Troppo spesso lo sprechiamo pensando sia infinito e viviamo senza la consapevolezza che la morte possa essere dietro l’angolo, pronta a toglierci tutto quello che abbiamo costruito. Guardare “Soul” è un’esperienza unica nel suo genere che molto probabilmete vi lascerà, sul finale, con un’unica e importante domanada: "Fino ad ora ho vissuto veramente?”.

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