Cinema e Teatro
Romeo e Giulietta, favola immortale tra amore e odio
In scena al Teatro Duse fino al 12 febbraio
Alice Golisano | 2 febbraio 2012
La drammatica storia d’amore di Romeo e Giulietta, “nata sotto cattiva stella”, è e rimarrà sempre una delle più amate dal pubblico e tra le più rapprasentate in scena. La vicenda dei due giovani amanti, appartenenti alle famiglie rivali dei Capuleti e dei Montecchi, è quest’anno riproposta al teatro Duse dalla Compagnia del Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni” (dal 31 gennaio al 12 febbraio). La scenografia non è però quella di una Verona cinquecentesca, si rifà invece a quelle utilizzate da Tim Burton nei suoi film, mentre i costumi ricordano un Ottocento vittoriano e la città, di colori nero e oro, una cripta, come quella dove si compirà l’epilogo della tragedia.
Forse questo dramma di William Shakespeare rappresenta la più alta ricerca sulla vera natura dell’amore e sull’insidiosità del linguaggio: dopo tutto la stessa Giulietta si chiede, mentre si trova sul balcone, “What’s in a name?”, cosa c’è in un nome, o cos’è un nome, per ostacolare la forza incontrollabile dell’amore? Ma sarà anche questa stessa forza che li porterà alla rovina. Il loro è un amore senza compromessi e senza convenienza. Un amore che viene vissuto appieno. Un altro fattore di drammaticità è la brevità dell’arco di tempo in cui l’azione si svolge, da una domenica mattina di luglio alla notte del successivo giovedì: la rappresentazione di quanto l’amore sappia essere improvviso e devastante.
In una Verona immaginaria che ferve di vita, movimento, banchetti, feste, balli, maschere e teatro si svolge, dunque, questa storia di giovani e di passioni intense, di baci su un balcone sotto una pallida luna, ma anche di risse e duelli mortali, di un odio atavico e violento che divide le due famiglie più potenti della città a cui solo la tragica fine della rispettiva prole e quindi la distruzione della discendenza diretta delle due casate potrà porre fine.
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