Interviste
Dietro la telecamera
Anatomia di un Testimone
E se un giorno qualunque all?Università di Milano ci ritrovassimo davanti Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif? Non esiteremmo a intervistarlo, naturalmente a modo suo! Questa volta i ?testimoni? siamo noi!
Elena Prati | 27 giugno 2013
Qual è stato il miracolo compiuto da Pif nell?avvicinare i giovani alla televisione?
Sicuramente il fatto di utilizzare internet. Poi credo dipenda dalla capacità di trattare temi importanti per la società con il sorriso sulle labbra. La mia tecnica principale è quella di farmi complice della ?vittima?: cerco sempre di insinuarmi tra i miei obiettivi. In questo modo la vittima si scioglie a poco a poco e si esprime in tutta la sua grandezza o pochezza, a seconda dei casi. Faccio ritratti graffianti, ma non c?è mai nulla di ideologico nei miei interventi.

Costruisci il lavoro in itinere o programmandolo in anticipo?
Una bozza delle domande da fare c?è, ma poi là, sulle scene, si racconta quello che succede. Devo solo stare attento al luogo in cui faccio le domande. Poi monto, basandomi solo sull?audio, perché la televisione si ascolta, non si guarda. Infatti se fate attenzione si nota che alcune immagini sono un po? strane, ma è un effetto voluto: è l?audio che conta!

Quando fai un?intervista concordi prima le domande?
Prima delle puntate naturalmente incontro il personaggio, ma cerco comunque di porgli poche domande, in modo che poi durante le registrazioni risulti il più naturale possibile. E poi che senso ha prepararsi? Se sai tutto della tua vittima è inutile intervistarla! La cosa che mi diverte di più è fare ai miei intervistati le domande che farebbe loro la gente comune.

L?apparato tecnico consiste solo di una videocamera a mano: come fai con il sonoro?
Mi affido alla macchina, sarebbe un controsenso avere un tecnico del suono con tutta la sua enorme attrezzatura e poi usare una macchina che sta in una mano. Si snaturerebbe proprio l?idea alla base del programma.

Ma i personaggi che intervisti (e di cui molto spesso non dai una bella immagine) poi ti insultano o lasciano correre quando va in onda la puntata?
Il cantante Fabio della Costa Smeralda è l?unico che mi ha insultato direttamente. In effetti me lo chiedo anche io: perché non mi insultano vedendo la puntata? Pensate che alcuni addirittura mi mandano messaggi per dirmi che sono venuti bene!

Come scegli i vip da intervistare?
Il problema con i vip è che non vogliono essere nel mio programma, quindi non si possono scegliere. Mi piacerebbe dire il contrario, ma intervisto chi mi dice di sì. Prima li seguo nella vita privata, poi se c?è un evento pubblico posso stare un po? più lontano, in disparte e magari mi capita di incontrare tipi interessanti.

La mafia uccide solo d?estate: parlaci del film che stai finendo di montare.
Io ho sempre avuto un pallino: Giulio Andreotti e la sentenza d?appello in cui si diceva che aveva commesso il «reato di partecipazione all?associazione per delinquere». Così ho cominciato a leggere un po? di libri e ho capito che Palermo negli anni ?70-?80 era una città di folli, ma nessuno parlava di mafia. Allora ho deciso di raccontare questa Palermo attraverso gli occhi di un bambino, che non si vuole innamorare perché gli sembra che nella sua città si muoia per amore, dato che gli innocenti uccisi dalla mafia si chiamavano ?femminari?.

Possiamo davvero considerare la tua una tv verità? In fondo, anche se i tuoi intenti non sono ideologici, attraverso il montaggio fai trasparire la tua opinione...
Diciamo che cerco di essere il più neutro possibile, ma una cosa è sicura: se vuoi verità non la cerchi in televisione.
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