Libri
“L’annusatrice di libri”: la recensione del nuovo romanzo di Desy Icardi
Tra lustrini e numeri di magia, codici misteriosi e vera amicizia, ecco la grande letteratura rivisitata
Serena Mosso | 4 marzo 2019

Tutte le brave scolare si somigliano, ogni scolara somara è somara a modo suo”.

Si può pensare a un biglietto da visita migliore di questo? Chi nel suo incipit invoca Tolstoj al posto delle Muse ha certamente l’intenzione di raccontarti una storia unica.  

E Adelina, la protagonista di questo romanzo, è unica. Da scolara apparentemente distratta e con mille difficoltà nella lettura – forse dislessica? – scopre per caso di possedere un dono portentoso: sa leggere i libri col naso. Ma non come noi, che al massimo ci inebriamo del profumo di carta e inchiostro. L’odore delle pagine le restituisce nella testa l’immagine di avventure lontane e così impara perfettamente il contenuto dei libri nel giro di pochi minuti.

Adelina è L’annusatrice di libri, che poi è anche il titolo del nuovo romanzo di Desy Icardi da poco pubblicato dalla Fazi Editore. Una storia che inizia citando Anna Karenina per dirci che un voto basso a scuola non significa che tu non valga ma che devi cercare il tuo metodo, il tuo personale approccio alla vita. E che devi seguire la tua unicità. Una storia che ci svela che odore hanno l’amore non corrisposto e la fede, la guerra e l’inganno, le balene bianche e i mulini a vento. Tutti particolari di grandi classici che Adelina si ritrova ad “annusare” per semplice diletto o per superare le interrogazioni scolastiche. Fino a quando non desta la curiosità di qualcuno che vuole utilizzare il suo dono per decifrare un libro misterioso che nessuno finora è mai riuscito a decodificare: il manoscritto Voynich, falso sofisticatissimo o leggendario libro alchemico, da cui carpire il segreto della trasmutazione dei metalli in oro.

Guai in vista per Adelina, dunque, sulla quale l’uso prolungato del dono causa debilitazione e strani effetti collaterali. Un potere magico che sembra avere origini lontane e che ha portato quelli che l’hanno ricevuto prima di lei ad andare incontro a un pericoloso destino.

 

Già, come se non fosse già difficile di suo essere una timida studentessa di scuola media sul finire degli anni Cinquanta. All’inizio della storia il padre di Adelina, una sorta di Mazzarò moderno – ma più innocuo – attaccatissimo alla sua piccola fortuna, l’ha infatti allontanata dal paesino natio per sottrarla al corteggiamento di un suo coetaneo e l’ha spedita a Torino, affidandola alle taccagne cure della benestante zia Amalia. Una donna apparentemente dura e arcigna, ma probabilmente il personaggio più riuscito del libro e dall’evoluzione più bella.

Anche la zia Amalia, infatti, ha la sua cospicua parte nella vicenda. L’annusatrice di libri ha preso la figura del tipico “tutore” severo, che di solito in questo genere di storie se ne sta sullo sfondo mentre i protagonisti vivono incredibili avventure cacciandosi – per esempio – negli armadi o nelle tane di bianchi conigli, e l’ha tramutata nell’eroina di primo piano di un secondo filone narrativo. E così mentre la trama principale si svolge negli anni Cinquanta, con Adelina alle prese col suo dono e i piccoli problemi quotidiani tipici delle ragazze della sua età, attraverso dei salti temporali scopriamo le disavventure di Amalia da giovane, quando si era ancora negli anni Trenta e la burbera zia ancora non era né zia né burbera, ma una semplice ragazza arrivata dalla campagna che si ritrovava per caso a lavorare nell’avanspettacolo. Mentre Adelina, negli anni Cinquanta, annusa libri e risolve misteri, negli anni Trenta troviamo Amalia che da ragazza insicura rivela una scaltrezza degna di commedia dell’arte nel destreggiarsi tra numeri di magia e pretendenti improbabili. Zia e nipote diversissime, inizialmente distanti ma destinate ad avvicinarsi sempre di più col passare della lettura, quella nostra e quella loro. Perché anche Amalia legge, inizialmente con fastidio, poi con più convinzione, fino a trovare anche lei un libro che la salverà.  

 

Questo romanzo sembra essere nato dalla mente di qualcuno che i libri ama conoscerli davvero. Che se li coccola ben bene, li annusa ma aprendoli poco – chi ama i libri cerca di piegarli il meno possibile – e che su questo gesto antico ha deciso di costruire una storia che accumuna tutti noi lettori. Perché annusare i libri è un po’ un codice di appartenenza a una compagnia segreta, come dice l’avvocato Ferro, bislacco condomino della zia Amalia, anche lui annusatore di libri – o quasi. Un gesto semplice, quello di sentire il profumo dei libri, che si fa o quando si è convinti che conoscere qualcuno sia un’esperienza sinestesica o quando ci si vuole atteggiare. Ma lo capisci subito se qualcuno lo fa credendoci davvero, da onesto lettore, o se si tratta di un menzognero impostore che finge di esserlo. Per noi, che abbiamo letto L’annusatrice di libri, Desy Icardi è una lettrice di quelle oneste. Un’autrice che sa creare quadri di odori, che prende i fratelli Grimm e li descrive come ragazzacci che sanno di fruttato e selvatico – giustamente, visto che stanno sempre a parlar di boschi! Un’autrice che ha saputo prendere la Gerusalemme Liberata, il Decameron, I Promessi Sposi e tanti altri e con essi ha creato il bignami che avresti sempre voluto con te sui banchi di scuola. Ma fatto di profumi.

In queste pagine gli appassionati di libri sentiranno di aver trovato una casa che li sa accogliere, ma anche chi non è un lettore abituale si sentirà il benvenuto. Il nostro consiglio è di correre subito in libreria, dove fino al 31 marzo si può acquistare il romanzo al prezzo speciale di 10 euro.

Cosa lascia L’annusatrice di libri, dopo l’ultima pagina? La convinzione assoluta che i libri creino amicizia. Che restino, ancora oggi, il social più bello con cui conoscersi, parlarsi, scoprire connessioni.

 

In tre parole per me: ingannevole, scaltro, familiare.

Ti piacerà questo libro se: ti piacciono il Carosello e i videoframmenti della storia della tv italiana di Teche Teche Te

Personaggio minore preferito: Caterina, ballerina della compagnia di avanspettacolo della giovane Amalia. È lei a istruirla su come sopravvivere ai corteggiamenti degli ammiratori. Il suo mantra prediletto? “Guai a far cadere la monetina immaginaria che tieni tra le ginocchia!

Chi deve leggerlo: chi ama sorbire cioccolata calda in poltroncine accoglienti.

Se questo libro fosse una persona sarebbe: lo Stregatto che si mette in società con Coco Chanel.

Commenti