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We Africa, la storia di Adriano: "Ragazzi, aprite gli occhi"
L'idraulico che ha lasciato tutto per costruire pozzi in Africa. E si rivolge ai giovani: "Fatevi delle domande profonde e agite di conseguenza"
Marta Tarizzo | 8 aprile 2021

Adriano è il fondatore dell'associazione We Africa, organizzazione umanitaria che porta aiuto e sostegno al popolo burkinabé attraverso la realizzazione di pozzi d’acqua, la distribuzione di cibo e la formazione scolastica dei bambini. Adriano è un idraulico che nel 2013 ha conosciuto un missionario che operava in Burkina Faso e ascoltando la sua esperienza è rimasto talmente colpito da voler andare a trovarlo. L'anno successivo, a dicembre, raggiunge il missionario e qui viene a conoscenza di una realtà completamente diversa rispetto a quella in cui vive. Tra le tante povertà che ha riscontrato in quella terra, quella che lo ha colpito di più è la mancanza di acqua. Al rientro in Italia cambia anche il suo modo di porsi nei confronti di tutto quello che lui possedeva, dai beni di prima necessità a quelli più superflui, che non sono garantiti allo stesso modo alle persone che vivono in Africa. Quindi a marzo del 2015 decide di fondare l’associazione We Africa per aiutare la popolazione del Burkina Faso. Fino ad ora si è occupata dalla costruzione di 15 pozzi, del sostentamento e dell’educazione scolastica di 80 orfani. Purtroppo le guerre causate dai jihadisti impediscono ad altri volontari di contribuire negli aiuti. Il motore di questa associazione è la grande fede in Dio da parte del fondatore.

Cosa o chi è stato significativo per farti partire per l'Africa e per iniziare questa esperienza?

 Io non avrei mai immaginato di intraprendere questo viaggio perché non era nei miei progetti ma mi considero un uomo di Dio, lui è il mio motore. Infatti l'incontro con Umberto Trapi, che ha dedicato la sua vita a fare il missionario in Burkina Faso, lo considero come opera di Dio. Umberto mi ha raccontato la sua esperienza che mi ha affascinato a tal punto da promettergli di andarlo a trovarlo in Burkina Faso e da quel momento è iniziata la mia esperienza.

Il lavoro che facevi prima ti è servito per aiutare il prossimo?

Nella scelta della mia professione solo ora comprendo che anche questa faceva parte di un piano di Dio; io faccio l'idraulico e quando sono arrivato in Burkina Faso la cosa che mi ha colpito di più è stata la mancanza d'acqua e grazie al lavoro che facevo ho potuto contribuire ad aiutare questo paese costruendo i pozzi d'acqua. In Burkina Faso le necessità per aiutare la popolazione sono molteplici, io non potevo intervenire su tutti i fronti per questo le mie capacità professionali mi sono servite per orientare i miei sforzi in quella direzione.

Presentaci la situazione politica, culturale, sociale ed economica del Burkina Faso

La popolazione è di circa 21 milioni di abitanti. L'economia è basata soprattutto sull'agricoltura e sull'allevamento quindi è fondamentale la presenza di oro blu cioè l'acqua, infatti è importante avere un pozzo nel villaggio. La principale risorsa mineraria è l'oro che attira l'occidente. Il Burkina Faso vive una situazione particolare al di là della povertà, della mancanza di acqua perché sono presenti i movimenti Jihadisti che seminano il terrore e obbligano le persone a fuggire dai villaggi. Per quanto riguarda la politica è una repubblica guidata da Christian Kaborè che è stato rieletto per un secondo mandato nel 22 novembre del 2020. Il nome del Burkina Faso viene associato a quello del suo leader politico più carismatico che viene visto quasi in tutta l'Africa come un eroe. Egli si chiamava Thomas Sankara e  aveva dato a questa terra il nome Burkina Faso: “la terra degli uomini integri” che fu assassinato all'età di 35 anni. Era stato un rivoluzionario e aveva capito il perché il Burkina Faso era ed è in quelle condizioni. Prima di chiamarsi Burkina Faso, questo territorio si chiamava Alto Volta.Thomas Sankara ha deciso di seguire il suo popolo, di vivere per loro dando delle soluzioni importanti ma non era ben visto dall’Occidente perché non avrebbe più potuto sfruttare la ricchezza mineraria di quel territorio. Per questo fu assassinato durante un colpo di stato condotto dai militari infedeli con l'aiuto dei servizi segreti occidentali. Il Burkina Faso non è indipendente ma continua a dipendere dalla Francia che esercita un controllo sul territorio, infatti ad esempio nelle scuole si insegna il francese, negli uffici si parla francese, la giustizia è basata sul diritto francese. Dunque non è ancora uno stato libero come avrebbe voluto Sankara.

Ci sono delle possibilità d'aiuto per l'Africa da parte di noi cittadini e da parte dei grandi governi?

Io penso che gli aiuti più concreti arrivano dalle piccole associazioni, come quella di cui faccio parte io, perché non ci sono altri interessi oltre all'aiuto. Per quanto riguarda gli aiuti che arrivano dalle grandi associazioni internazionali c'è sempre qualcosa di non molto chiaro. Ad esempio l'Italia ha contribuito a dare 3 milioni e mezzo di euro alla World Food Programme, un'agenzia ONU, che serviva a dare un'assistenza alimentare e a sviluppare progetti di ripresa rapida per decina di migliaia di persone colpite da una grave crisi in Burkina Faso ma di fatto questi soldi non mi sembra che vengano investiti in questi territori perché tutte le volte che vado non trovo mai nessun cambiamento. I paesi che aiutano ci sono, però non ci dimentichiamo che in Burkina Faso c'è un interesse troppo grande perché da quando hanno scoperto la presenza di risorse auree le cose sono cambiate; molti hanno iniziato ad aiutare perché dietro c'era un grande interesse ma in realtà il loro obiettivo è quello di lasciare questi paesi poveri così è più facile controllarli. Per questo secondo me l'Africa rimarrà sempre così perché c'è troppa corruzione e le associazioni piccole non riescono a coprire il grande bisogno

Vista la situazione pericolosa non hai paura di partire e di poter rischiare la vita tutte le volte?

La paura c'è, ma non mi considero un eroe che fa cose fuori di testa. Come ho detto, la mia vita è basata sulla parola di Dio, quindi per me aiutare il prossimo è importante ovunque io sia... non è necessario andare in Africa. Sì sono consapevole che ogni volta rischio di non rivedere più la mia famiglia ma lo faccio perché aiutare gli altri è una cosa che fa parte di me, troppo importante per me, che va al di là della paura.

Quale messaggio lasceresti a noi giovani per metterci al servizio degli altri o per impegnarci in un ideale?

Su questa terra siamo di passaggio. Quando sei giovane, non realizzi che il tempo passa in fretta e che ben presto le forze diminuiscono; purtroppo viviamo in una società dove il piacere conta molto di più dei sacrifici, vogliamo tutto e subito. Il mio messaggio per i giovani è: fermatevi a riflettere sui veri valori, fatevi delle domande profonde: "Perché sono su questa terra?", "Perché mi trovo in questo luogo, scuola, famiglia, paese?" "Cosa sono chiamato a fare?". Io penso che nulla è dovuto al caso. Cercate di scoprire chi è Gesù e cosa ha fatto lui per voi. Io e la mia famiglia viviamo per ringraziarlo e per ricambiare il suo amore. Nella Bibbia è scritto che la vera religione è aiutare l'orfano e la vedova nelle loro afflizioni e anche: "Ama il prossimo come te stesso". Vi assicuro che è più bello donare che ricevere: donare a chi non può ricambiare è un atto di vero amore! Non abbiamo tutti la stessa chiamata ma abbiamo il dovere di rispettarci e di vedere quando qualcuno sta male e di non essere accecati dal mondo virtuale di oggi. Quindi il mio messaggio è di aprire gli occhi.

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