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Pandemia, la Francia paga lo psicologo ai giovani
Macron: "I nostri bambini stressati dal Covid, pagheremo lo psicologo"
Sabrina Lattuneddu | 6 maggio 2021

"Oggi abbiamo un problema sanitario che tocca i nostri bambini e adolescenti, e che si aggiunge all’epidemia", così il presidente francese Emmanuel Macron in visita al reparto di pedopsichiatria dell’ospedale di Reims, nella zona dello Champagne. Il presidente ha annunciato che lo Stato pagherà 10 visite dallo psicologo ai francesi dai 3 ai 17 anni in crisi, dopo la prescrizione del medico curante. È una misura che si inserisce nell’attenzione più volte proclamata dal capo di Stato verso le nuove generazioni, che non sono colpite direttamente dal virus ma subiscono più di altre gli effetti indiretti della pandemia e del confinamento.

Le conseguenze della DAD

Il governo francese ha sempre rivendicato come motivo di orgoglio il fatto di aver tenuto aperte le scuole più a lungo e con maggiore continuità rispetto ai vicini europei. Anche quando gli epidemiologi che consigliano l’Eliseo raccomandavano di chiudere le classi per provare a ridurre la diffusione del contagio, Macron si è ostinato e lasciarle aperte per non penalizzare allievi e studenti «perché la didattica a distanza approfondisce le fratture sociali e non mette tutti gli studenti su un piano di uguaglianza».

Aumento record di richieste

Nel 2020, secondo quanto riferito da le Monde, le richieste d’assistenza per motivi di emergenza psichiatrica sono aumentate del 40%. Mentre il 40% dei genitori ha osservato segnali di stress dal primo lockdown. La Sanità pubblica, nell’ultimo anno, ha rilevato che gli stati d’ansia e di depressione sono aumentati e riguardano circa il 31% della popolazione generale. A gennaio inoltre è stato istituito il “chèque psy“, ovvero “il buono psicologo” per gli studenti: il buono riguarda tre sedute da uno psicologo o psichiatra previa visita con il proprio medico di base e può essere rinnovato una volta (per un totale di sei sedute). A inizio aprile è stata lanciata una campagna perché i francesi “parlino del loro stato psicologico” e ha ribadito l’esistenza di vari servizi di supporto.

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