Musica
Festival di Sanremo, ma quali sconosciuti!
Verso la kermesse tra polemiche e curiosità: ma guai a dire che gli artisti in gara non hanno talento
Francesco Zago | 9 febbraio 2021

Il settantunesimo Festival della canzone italiana non è ancora cominciato ma è già passato alla storia: se lo scorso era stato l’ultimo respiro di spensieratezza prima di essere catapultati nell’incubo pandemia, l’auspicio è che, quello che comincerà il 2 marzo, possa essere il Festival della rinascita. Come da tradizione, non mancano polemiche e critiche, soprattutto per quanto riguarda i nomi dei concorrenti in gara selezionati da Amadeus. Addittati come semisconosciuti e artisti alle prime armi, sono tali solo per chi non riesce ad aprirsi al nuovo. Smettiamola di restare ancorati a chi ormai non ha più niente da dire. Almeno nella musica, largo ai giovani!

Aiello

Vincere Sanremo da esordiente non è impossibile, ma non è nemmeno quello a cui tanti puntano. Aiello è emerso nel 2019, con un disco d’oro, uno di platino ed un album, Ex Voto. Questa estate la hit Vienimi (a ballare) ottiene un altro disco d’oro. Parteciperà al festival con Ora, un brano scritto di suo pugno. È molto probabile che il suo sound caratteristico lasci il segno.

Annalisa

Questa è la quinta partecipazione al festival di una cantante che ormai non necessita introduzioni. “Rinata” nel 2020 col suo recente album Nuda, ha dimostrato ancora una volta di sapersi muovere tra i tanti generi e le tante influenze che animano la sua musica. La sua Dieci è una ballad “sanremese” o un’audace rinnovamento sonoro? Lo scopriremo, sperando di non restare delusi.

Arisa

Oltre un decennio di musica all’insegna della sperimentazione per Arisa, che ha acquisito un successo sempre crescente da quel lontano 2009, in cui vinse nella categoria Nuove Proposte con Sincerità. Nel 2014 vince nella categoria big, e nel corso degli anni partecipa come coach a diversi talent show. Presenza fissa del panorama musicale italiano, è indubbiamente una delle migliori voci in circolazione, ma saprà riconquistare pubblico e critica come sei anni fa?

Bugo

Lasciamoci un secondo alle spalle l’evento che ha reso memorabile Sanremo 2020 per concentrarci davvero sulla carriera ventennale di questo ”fantautore”. Infatti, sebbene poco conosciuto al pubblico mainstream, Bugo è uno dei pionieri del nuovo cantautorato italiano, disilluso e sagace, riconosciuto da testate come il The Guardian. Da lui dobbiamo solo aspettarci di essere sorpresi.

Colapesce e Dimartino

È più di qualche anno che vediamo gareggiare figure note all’interno del cosiddetto panorama “indie” italiano. Senza aprire un dibattito sull’utilità o il significato di questo termine, ci limiteremo ad evidenziare la consistenza ed il valore di questi due cantautori siciliani, purtroppo non abbastanza conosciuti. Reduci dall’album I Mortali, hanno alle spalle anche le rispettive carriere soliste, ricche di album e riconoscimenti. Per quanto sia inverosimile una loro vittoria, speriamo Sanremo rafforzi il successo che hanno ottenuto col singolo Luna Araba, interpretato con Carmen Consoli.

Coma_Cose

Questo duo meneghino ha guadagnato una popolarità crescente in un pubblico molto variegato, dal target più giovane che ne apprezza i testi schietti e l’immaginario poetico urbano, agli ascoltatori più esperti che invece ne riconoscono le svariate influenze musicali e la cura del progetto musicale. Se Fiamme negli occhi sarà al pari dei loro brani più apprezzati (come Anima Lattina o Mancarsi), non è improbabile una loro scalata verso la zona alta della classifica.

Ermal Meta

Vincitore insieme a Fabrizio Moro della sessantottesima edizione del Festival con Non mi avete fatto niente, Ermal Meta è un autore ed un interprete molto apprezzato, tanto in Italia quanto all’estero. Ciò che ad oggi ci sentiamo di condividere è quanto disse la Maionchi a Rolling Stone all’alba di quella famosa vittoria: “mi è sembrato un modo un po’ semplicistico per affrontare l’argomento. Ma il fatto che non ci lasceremo impaurire dagli attacchi terroristici, questo è vero”. Che il pezzo portato da Meta sia una ballata romantica o un impegnato testo politico, speriamo ci risparmi un eccesso di stucchevolezza, ne è più che capace e lo ha dimostrato con la recente No Satisfaction.

Extraliscio feat. Davide Toffolo

Cosa c’è di più italiano del liscio? Forse le tangenti. In ogni caso, guardiamoci dagli Extraliscio perché hanno alle spalle esperienze musicali degne di nota. I singoli componenti (Mirco Mariani, Moreno “il Biondo” Conficconi, Mauro Ferrara) sono musicisti veri, oltre che autori ed interpreti. Il gruppo si forma solo nel 2014, ma abitano da decenni l’ambiente musicale italiano, e speriamo di venire colpiti dal pezzo che porteranno al Festival, Bianca luce nera, insieme al frontman della storica band mascherata Tre Allegri Ragazzi Morti, Davide Toffolo.

Fasma

Reduce dalla popolarità di Per Sentirmi Vivo, Fasma ha partecipato a Sanremo 2020 nella sezione Nuove Proposte con questo brano. Pur non vincendo si è costruito una solida base, ed ha avuto modo in questo anno di scrivere e cantare, Covid permettendo. La sua Promettimi avrà lo stesso successo, riuscendo stavolta a portarlo alla vittoria? Comunque vada, per questo giovane artista la possibilità di espandere il suo pubblico può solo essere accolta positivamente.

Francesca Michielin e Fedez

Tra i favoriti ancora prima che si conosca la natura del loro pezzo, Chiamami per nome, che vanta Mahmood tra gli autori. In molti sono stati colpiti dall’annuncio di questa collaborazione, memori del successo di Magnifico e Cigno Nero che diversi anni fa dominarono le radio e le classifiche italiane. Nel corso di questo tempo entrambi hanno sperimentato molto: l’ultimo progetto della Michielin ne conferma il talento poliforme, mentre Fedez ha tinto di elettronica il suo rap. I presupposti ci sono tutti, ma non possiamo sapere se la coppia sarà all’altezza delle aspettative altissime che li riguardano.

Francesco Renga

Sono passati sedici anni da quando Renga vinse Sanremo con la famosissima Angelo. Con una carriera ricca di esperienze musicali differenti, non sappiamo su cosa punterà quest’anno per sorprendere pubblico e giuria. La nostra speranza è che non si attenga ad uno straziante voce/piano formato da quattro accordi e trenta parole, ma che sfrutti il suo vissuto musicale al meglio.

Fulminacci

Chi apprezza e conosce Fulminacci fin dal suo esordio, avvenuto con l’album del 2019 La Vita Veramente, sa che i “pochi” brani finora pubblicati sono qualitativamente strabilianti. È vero, parliamo di un giovane, con meno di due anni di carriera “ufficiale” alle spalle, ma dalla sua ha anche una Targa Tengo ed un Premio Mei, ed un successo che si sta sviluppando molto rapidamente. Sogniamo ad occhi aperti e prevediamone la presenza sul podio: è il minimo.

Gaia

Vincitrice della diciannovesima edizione di Amici, Gaia è una promessa a cui è più che sensato dare fiducia. Non si tratta solo di una voce (e di un’autrice), ma di innovazione, influenze internazionali, sonorità particolare e carattere. I talent show, paradossalmente, non sono esattamente una fornace di talenti, ma Gaia ha dimostrato subito una personalità musicale forte, che speriamo emerga anche sul palco dell’Ariston.

Ghemon

Due anni fa al festival assistemmo al trionfo di Mahmood, ma ci furono diverse canzoni meritevoli parimenti di vincere o, almeno, di arrivare più in alto in classifica. Una di queste è senza dubbio Rose Viola, portata appunto da Ghemon e arrivata nona. Ad oggi è tra le canzoni più “longeve” di quel festival, perché frutto della combinazione riuscitissima di un testo poetico e del timbro indimenticabile di Ghemon. Abbiamo davanti un’artista che ha una carriera di tutto rispetto e una vita carica di momenti, di gioia o di dolore, a cui attinge per scrivere le sue poesie in musica. A quale dei due appartenga Momento Perfetto non lo sappiamo con certezza, ma attraverso l’interpretazione di Ghemon vivere quelle parole sarà facile.

Gio Evan

Restiamo nell’ambito della poesia in musica con Gio Evan, solo di recente cantautore, dal momento che è prima di tutto “poeta e scrittore”. Resoconti di viaggio e versi di vita, ha sempre scritto e da qualche anno ufficialmente iniziato a mettere in musica le parole che lo circondano. Floreale il titolo del brano che porterà al festival, Arnica, forse sulla scia del suo ultimo album Natura Molta. Non ce lo auguriamo, vista la natura molto effimera di un album che svanisce come il ciuffo di un dente di leone al vento.

Irama

Irama funziona. D’estate mette nell’armadio il la minore e un quintale circa di drammaticità non richiesta in favore di hit che, tutto sommato, fanno bene il loro lavoro. Il problema sorge appunto quando tenta di gettarsi nel territorio scivolosissimo della ballad romantica. La sua La ragazza col cuore di latta (Sanremo 2019) sarà anche terribilmente vera, onesta, autobiografica, ecc. ma è decisamente stucchevole, smielata. Sarebbe interessante vedere un Irama che, forte del suo successo di pubblico, si lanci nella sperimentazione, nella ricerca di un sonorità nuove e che non tenti pretese autoriali fuori luogo. Speriamo questa speranza non venga infranta.

La Rappresentante di Lista

L’anno scorso questo interessante progetto musicale, ideato da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, ci ha regalato probabilmente la migliore cover dell’edizione 2020 di Sanremo, con una versione meravigliosa di Luce (con Rancore e Dardust). La loro Amare difficilmente ci deluderà, vantando tra l’altro la firma dello stesso Dardust (come svariati brani dell’imminente festival), perché anche se poco conosciuta, LRDL si è lentamente ricavata un posto nel panorama musicale italiano, e non può che emergere ulteriormente.

Lo Stato Sociale

La “vecchia che balla” è stato al centro della sessantottesima edizione del Festival, assicurando allo Stato Sociale un successo nazionale più che meritato, visto il decennio (e più) di gavetta. Autori di alcuni dei testi più belli del cantautorato italiano contemporaneo, con la loro musica non ci hanno solo intrattenuto e fatto emozionare, ma si sono anche spesi per la salvaguardia del settore musicale causata dall’emergenza covid. Che questa nuova partecipazione al festival riaccenda in loro la vena autoriale? O, quantomeno, li porti di nuovo in vetta alle classifiche?

Madame

Probabilmente la “giovane” su cui si hanno più aspettative, e non a torto. Esplosa nel 2018 con Sciccherie, ha continuato ininterrottamente a scrivere e cantare. Singoli di successo, collaborazioni prestigiose, interviste. Ma ancora non è stato pubblicato un album, un progetto coeso che ci dia davvero un’idea di cosa Madame ha scelto di fare. Qualunque cosa sia, è aspettato con trepidante attesa, perché finora non ha mai deluso; speriamo l’esperienza sanremese confermi le nostre presupposizioni e motivi Madame a rilasciare un disco.

Malika Ayane

Cinque volte partecipante del festival, due volte vincitrice del Premio della Critica Mia Martini. Malika Ayane rappresenta una delle voci più interessanti della canzone italiana, perché nonostante siano passati diversi anni dal suo debutto ha ancora molto da dire e sa farlo in modo eloquente. Siamo sicuri che la sua Ti piaci così saprà conquistare pubblico e critica, restando particolare ed unica.

Måneskin

Al loro esordio, i Måneskin raccolsero un enorme successo. Voce di una generazione che fino a qualche anno fa non aveva avuto molti esponenti, hanno saputo mettere in musica quei pensieri e quelle avventure che il loro pubblico, in linea di massima, elabora e vive. Certamente si tratta di una band in crescita costante, che si mette alla prova e tenta di superarsi. Questo, aldilà dell’esito sanremese, è di fondamentale importanza.

Max Gazzè e La Trifluoperazina Monstery Band

Max Gazzè è una delle certezza del cantautorato italiano, perché riesce sempre a coinvolgere gli ascoltatori senza scadere nel banale: che porti un brano di puro pop, con influenze jazz, centrato sullo storytelling, con accenni elettronici… sa comporre la canzone e la sa far vivere sul palco. È anche vero che questo non sempre gli viene riconosciuto, ma un artista di questo calibro non si preoccupa più troppo dei giudizi.

Noemi

Negli ultimi anni Noemi non è esattamente stata al centro della scena pop, ma resta una delle migliori interpreti italiane. Se infatti sono lontani i successi di Briciole o Sono solo parole, negli ultimi tempi Noemi ha esplorato continuamente nuove sonorità, e si è in particolare dedicata all’esperienza live e ad una continua reinvenzione sonora del suo repertorio. Tra le artiste più premiate del nostro paese, quest’anno gareggia con un pezzo scritto da Mahmood. Contando sulla sua voce inconfondibile e sulla qualità delle sue interpretazioni, speriamo questi presupposti le valgano un meritato successo.

Orietta Berti

Dodicesima partecipazione al Festival di Sanremo per una figura della musica popolare italiana preceduta dalla sua fama. Per quanto abbastanza distante dal suo periodo d’oro, è probabile che Orietta Berti ci regalerà quello che in fondo cerchiamo da Sanremo, l’intrattenimento. Con Quando ti sei innamorato probabilmente non ci regalerà la performance dell’anno, né la poesia del secolo. Ma cercare una di queste cose sul palco dell’Ariston è un po’ come remare quando la barca va da sola: superfluo.

Random

Un altro giovanissimo su cui si hanno aspettative non indifferenti. Come per i Måneskin, non è tanto l’esito di Sanremo a dover interessare Random, quanto l’impatto e la rilevanza che avrà il suo brano Torno a te. D’altra parte nella sua, per ora, breve carriera, Random ha già ottenuto un discreto successo con canzoni come Rossetto e collaborato con nomi di spicco del pop italiano, come Carl Brave.

Willie Peyote

Insieme a Fulminacci, Colapesce e Dimartino e LRDL, Willie Peyote è sicuramente uno dei concorrenti da tenere d’occhio. Non solo è in grado di scrivere testi attuali, profondi, taglienti, ma spesso li rende brani più che orecchiabili, che quasi nascondono sotto una composizione accattivante la ricchezza delle parole che questo cantautore sceglie con cura. Ad essere onesti sono molti i partecipanti promettenti, soprattutto tra gli “insospettabili”, avvezzi da poco (o non ancora) al successo vero e propio, non abbastanza radio-friendly o non abbastanza “italiani”. Ben venga comunque una diffusione capillare di questi autori (perché la maggior parte scrivono prima di cantare), attraverso il programma più seguito dagli italiani.

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