Musica
Quattro domande a Virginia Veronesi
Chiara Colasanti | 11 maggio 2015

Chi è Virginia Veronesi e come ti descriveresti a chi ancora non ti conosce?
Subito difficile, eh? Sono una ragazza che fin da piccola ha sempre amato la musica e il mondo artistico, forse un po' tramandato dai miei e dai miei nonni (mia nonna era anche una pittrice, quindi sempre ambiente artistico è!) che crede molto in questo percorso e che ha voglia, entusiasmo, studio ed esperienza da mettere a disposizione di questo ambiente! Sono una persona come tante altre, invece di andare all'università ho deciso di prendere questo percorso, ecco!

L'esperienza professionale più impattante fino ad ora?

Mi verrebbe da dire in questo momento, queste due esperienze che ho avuto la fortuna di poter raccogliere: il promo per X Factor, perché è stato per me un inizio e un mettermi all'opera anche su altri fronti e poi sicuramente il progetto di "When I Was You", il mio singolo, che penso sia uno dei più importanti tra quelli che ho avuto la possibilità di fare!

Se dovessi consigliare a un teenager che sogna di fare il tuo percorso, cosa gli consiglieresti di fare?

Sicuramente studiare, studiare, studiare, approfondire e farlo in una maniera intelligente: trovarsi degli insegnanti o delle scuole che diano un certo tipo di formazione e che inizino ad aiutare la persona a intraprendere questa strada a livello lavorativo! Ci sono tante scuole che ti insegnano tanto ma poi magari non ti accompagnano sulla strada professionale, che è più complicata! Mi sto accorgendo sulla mia pelle che le prime sensazioni che abbiamo, sia per quel che riguarda le occasioni che abbiamo che le persone che incontriamo, sono quasi sempre le più veritiere, quindi ascoltarsi e scegliere seguendo il proprio istinto.

Hai interpretato il promo di X Factor, ma hai pensato di partecipare ad un talent?
No, devo dire di no! Non so perché, sinceramente! A posteriori devo ammettere che nell'ultimo periodo, prima che arrivasse questo casting, iniziavo a farmi un'idea del tipo “ma perché non vado anche io?” ma forse mi sono sempre sentita, sbagliando anche, probabilmente, non adeguata, quindi mi sono sempre tirata un po' indietro. Alla fine però è arrivata un'altra occasione, quindi, forse era giusto così!

 

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