Musica
"La Monotonia dei Giorni" di Luca Madonia: un concept album da scoprire!
Chiara Colasanti | 3 giugno 2015

Una tua canzone, solitamente, come nasce?

Guarda, è un mestiere! Poi, soprattutto con gli anni, ho imparato: devo decidermi di mettermi a comporre se sento il bisogno di fare un disco; per cui con lo strumento in mano, pianoforte o chitarra, inizio! Se sono in un momento di grazia mi esce subito qualcosa di buono, a volte sbatti anche mesi su un progetto... poi lo limi, lo sistemi... però, sì, devo dire che è un mestiere. Ormai ho imparato a farlo, come tempi e come dinamiche, non parlo di resa qualitativa: so che devo mettermi a lavorare e il lavoro del disco è diviso in tre fasi: la composizione, la realizzazione (altra fase bellissima, interessante, dove prendono corpo le canzoni, gli arrangiamenti, i suoni) e poi i live, una volta che esce il disco andare in giro a presentare le sue cose alla gente.

 

Fonti di ispirazioni non solo musicali?

Tutto può regalarti un'ispirazione, però come ti dicevo che questo è un mestiere e bisogna trovare lo spazio migliore per comporre, perché ci sono momenti in cui non devo fare un disco e allora non penso a comporre. Sfato un po' la storia dell'artista che trova ispirazione guardando la luna o un tramonto: quelle sono un po' leggende metropolitane, in realtà devi metterti al lavoro, è chiaro, ti devi creare le condizioni adatte per farlo! Un posto tranquillo, degli amici che ti supportano il progetto, se decidi di produrre insieme ad altri artisti: con Carmen e Toni c'è stata una vera e propria sinergia! Io parto spesso da me, dall'intimo, dalle mie esperienze di vita, dai miei rapporti con gli altri: io credo che partire dall'uomo, dalle amicizie, dai rapporti affettivi, dai rapporti nel sociale, da indignazioni che ti vengono vedendo molte cose che non ci vanno bene nel mondo... è un po' lo specchio di quello che io vedo. Ho la fortuna, dopo tanti anni di esperienza musicale e anche di vita, perché, sai, l'età, la maturità, serve anche a quello, ad andare oltre! Chiaramente io ho iniziato facendo rock, con i Denovo c'era più un impatto fisico, davamo più importanza all'aspetto sonoro, poi chiaramente crescendo e, per fortuna, dai più importanza ai testi, diventi inevitabilmente un cantautore, ma perché vuoi affrontare delle tematiche più profonde e in modo più analitico, ecco!

 

Un consiglio che ti senti di dare ai giovani che stanno muovendo i primi passi adesso in questo mondo sempre in evoluzione e in continuo cambiamento musicalmente parlando?
Di credere fino in fondo nelle cose che si fanno, di avere pazienza, perché è un mestiere in cui il talento conta tanto, ma la fortuna forse di più! Per fortuna intendo la persona giusta che ti guida, il momento giusto, il manager che crede in te... è un mondo veramente difficile e c'è un mare di talenti che non riescono nemmeno a farsi notare e farsi sentire e questo è un peccato! Pur non mettendomi in cattedra, perché non amo farlo, anche perché ognuno ha la sua storia, però mi sento di consigliar loro di credere nelle proprie idee, non tradire la propria identità e andare avanti, andare avanti perché è un mestiere dove bisogna sempre sognare. Il sogno accompagna l'arte sempre, in ogni sua manifestazione.

 

C'è una domanda che nessuno ti ha mai fatto durante le interviste e a cui tu vorresti invece rispondere per poter parlare di qualcosa che ti sta a cuore?
Qual è il mio piatto preferito, forse! Direi passatelli romagnoli: li adoro! Forse l'ho detto a qualcuno, ma mi chiedono più di musica che di cucina! L'ho buttata scherzando sulla cucina, ma è vero, adoro i passatelli, quindi magari un nesso tra i passatelli e la musica forse esiste... potrei indagare su questa cosa nel prossimo lavoro!  

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