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La verità sulle auto che si guidano da sole
Chi non ha sentito almeno una volta parlare delle famose “auto che si guidano da sole”? I mass media usano parole come “senza conducente” o “completamente autonome”, causando incomprensione. Il risultato? Una grande confusione
Samuele Buzzi | 27 febbraio 2017

Ad oggi, contrariamente a quello che si crede, non esistono vere e proprie automobili a guida automatizzata. Sul mercato, però, sono già presenti molto dispositivi capaci di sostituire l’uomo in determinate azioni. Per esempio, il cruise control adattivo regola automaticamente la velocità a seconda di quello che fa l’auto che precede. I sistemi di marcia in corsia utilizzano sensori e telecamere per tenere il veicolo centrato nella propria corsia. Ci sono anche servizi di assistenza, come quello per il parcheggio e quello per la guida nel traffico, che in quel determinato ambito sostituiscono il guidatore.

Per fare chiarezza, la SAE (Society of Automotive Engineers) ha stabilito una scala di automazione a sei livelli, che vanno da 0 a 5, che possiamo utilizzare per capire meglio la situazione odierna. Al livello 0 stanno le auto senza nessun tipo di automazione. Al livello 1, possiamo trovare tutti i sistemi di assistenza alla guida che abbiamo citato prima. Al livello 2, troviamo gli stessi sistemi, ma che funzionano in contemporanea, dando la sensazione di “guida automatizzata”, che però non rappresenta la realtà. Il livello di automazione disponibile ad oggi termina qui. Passando al livello 3, troviamo una differenza sostanziale nella meccanica della guida. L’ambiente esterno, infatti, non è più sorvegliato dall’uomo, ma dal sistema stesso. I successivi due livelli, il numero 4 e il numero 5, sono profondamente diversi, perché funzionano realmente senza assistenza umana. Per quanto riguarda il livello 4, si parla di guida automatica ma solo in determinati ambienti. Il livello 5, invece, non ha limiti. I veicoli che gli apparterranno potranno andare dovunque, con ogni condizione, in completa autonomia.

La domanda nasce spontanea: ma perché, con tutte le tecnologie di cui oggi siamo in possesso, i ricercatori non sono ancora riusciti a far muovere da sola una semplice automobile? Guidare, contrariamente a quello che pensa la maggior parte delle persone, è un’attività davvero complessa. Coinvolge un’ampia gamma di abilità e azioni, molto difficili da unire in un unico software. La realizzazione di un software con uno standard di sicurezza non inferiore a quello dei guidatori umani sarebbe già un grande traguardo, per ora molto lontano, a dispetto di ciò che affermano i fans dell’automazione. Il software che gestisce tutti i sensori si troverebbe a gestire migliaia di informazioni e di dati ogni secondo, e come è facile capire su un’automobile in movimento a 130 km/h anche la minima frazione di secondo di ritardo potrebbe essere fatale.

Lo sviluppo e la ricerca da parte delle grandi case automobilistiche nel campo della guida automatizzata procede a rilento per due motivi: i costi e i test di controllo necessari. Se si pensa che più della metà dei fondi necessari alla progettazione di un nuovo aereo vengono usati nella creazione del software di guida, e che il software che dirige un aereo è molto meno complesso di quello che servirebbe per dirigere un automobile, si ha un idea dell’enorme investimento necessario. Il secondo problema, quello che sta davvero bloccando lo sviluppo, sono i test di controllo necessari a garantire l’affidabilità dell’automobile in ogni situazione, il cosiddetto “debugging” del software. I test usati ad oggi sui programmi convenzionali non funzionerebbero, e l’alternativa sarebbe far percorrere al veicolo miliardi di chilometri, per essere sicuri di averlo posto davanti a qualunque situazione possibile. Ovviamente, questo non è possibile, quindi in questo momento lo sviluppo in questo campo è fermo. Inoltre, anche i sensori che controllano l’ambiente esterno dovranno essere sottoposti allo stesso rigido scrutinio.

Cosa dobbiamo aspettarci quindi nel futuro più prossimo? Dati tutti i problemi che comporta, probabilmente l’automazione di livello 3 non sarà mai realizzata. Vedremo molto presto invece quella di livello 4, ma limitata a spazi circoscritti. Per esempio nei campus, negli aeroporti, nei grandi centri di ricerca si vedranno veicoli senza guidatore in funzione di autobus. Inoltre, si progetta nelle autostrade di costruire corsie riservate a camion automatizzati, che viaggeranno tutti insieme senza più essere fonte di rischio. Parlando invece di livello 5, le previsioni più ottimistiche dicono che veicoli completamente autonomi in ogni situazione arriveranno solo nel 2075.

Le basi necessarie per un grande sviluppo, ormai, sono state gettate. Il processo di evoluzione sarà inevitabile. Tuttavia, mi permetto di fare un’osservazione. Proviamo a portare il tutto alle estreme conseguenze: se mentre la nostra automobile procede automaticamente, un bambino si butta in mezzo alla strada mentre sopraggiunge una macchina dal senso opposto, e non si riesce a frenare in quello spazio, la macchina cosa farà? Preferirà investire il bambino o scartarlo causando un frontale potenzialmente molto pericoloso con l’auto che sopraggiunge? La sfida si prospetta impegnativa, vedremo fra qualche anno come si sarà evoluta la situazione!

 

 

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