Scienza
Falcon Heavy: il razzo più potente del mondo
SpaceX rilancia l'ambizioso progetto di raggiungere Marte con l'equipaggio entro il 2050
Mattia Bonanno e Andrea Miglio | 1 febbraio 2018

Il 2017 si è concluso da poco e in campo di esplorazione spaziale la SpaceX (Space Exploration Technologies Corporation), l’agenzia spaziale del visionario Elon Musk, apre il 2018 con un lancio davvero molto particolare: quello del vettore spaziale più potente dai tempi del Saturn V che portò sulla Luna Neil Armstrong e Buzz Aldrin, i primi uomini a mettere piede sulla superficie lunare. Stiamo parlando del Falcon Heavy, un prodigio d’ingegneria aerospaziale, ben 70 metri di altezza, 1.420.788 Kg di massa, 2 stadi e 2 booster laterali.

A spingere il Falcon Heavy al lift off ci pensano i suoi 27 motori Merlin che producono tanta spinta quanta ne produrrebbero 8 Boeing 747 al decollo, grazie a questo è in grado di portare in orbita LEO (Low Earth Orbit) circa 63.800 Kg di payload, 26.700 Kg in orbita GTO (Geosynchronous Transfer Orbit) e circa 16.800 Kg in orbita marziana. Perché Falcon Heavy? Falcon è il nome dei razzi usati dalla SpaceX, che fino ad ora era stato utilizzato solo ed esclusivamente per il Falcon 9 (composto da 9 motori). Il Falcon Heavy è un aggiornamento del Falcon 9, ovvero il primo stadio è formato da 3 dei suoi motori (per un totale di 27 motori).

Il costo di ogni lancio si aggira sui 90 milioni di dollari americani, 5 volte meno di un lancio dello Space Shuttle (450 milioni di dollari), questo perché la SpaceX è la prima agenzia spaziale a utilizzare un sistema di riciclo dei razzi che prevede il ritorno sulla Terra del primo stadio dopo un lancio, per permettere il suo riutilizzo nel lancio successivo cosi da ridurre i costi. Dopo il lancio del Falcon Heavy i 3 primi stadi si separeranno, i 2 laterali atterreranno sulla terraferma mentre lo stadio centrale atterrerà sulla piattaforma drone Of Course I Still Love You dislocata nell’Oceano Atlantico dove fino a ora sono atterrati i primi stadi dei Falcon 9, lanciati dall’agenzia di Musk, per poi essere riutilizzati anche loro in futuri lanci.

Il lancio dimostrativo è consistito nel lanciare verso l’orbita marziana una Tesla di colore rosso (sì esatto, una macchina rossa per il Pianeta rosso) mentre lo static fire – il test che prevede la contemporanea accensione di tutti i 27 motori del razzo – è avvenuto con successo e, mentre scriviamo questo articolo, aspettiamo che venga annunciata la data ufficiale del lancio vero e proprio. La missione, in diretta, secondo le previsioni ha il 50% di probabilità di concludersi poco dopo il lancio in una gigantesca esplosione e il 50% di completarsi con la giusta messa in orbita del payload in direzione Marte. A riguardo Elon si è espresso in questo modo: “Esiste una concreta possibilità che non arrivi in orbita, spero arrivi abbastanza lontano dalla rampa di lancio da non danneggiarla. Se anche solo questo succedesse la considererei
una vittoria. La paura di non farcela è alta”.

Commenti