Scuola
Maturità #2020
Modalità, proteste e interrogativi sull’Esame di Stato che inizierà il 17 giugno
Gaia Ravazzi | 10 giugno 2020

Dopo molte indecisioni e dubbi ormai è certo: la maturità #ventiventi si farà. A causa dell’emergenza sanitaria, 500mila maturandi si sono trovati davanti all’ipotesi di non sostenere l’esame di Stato che segna la fine dei cinque anni di scuola superiore. Sebbene molti Paesi abbiano deciso di annullare l’esame e valutare gli studenti in base ai risultati ottenuti nell’ultimo triennio, la nostra Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha deciso che gli studenti dovranno sostenere l’indimenticabile e temutissimo Esame di Maturità.

Questo esame però sarà differente rispetto al solito e tiene in considerazione il fatto che i maturandi non sono più tornati a scuola dopo l’inizio del lockdown. Niente prove scritte, dunque: a partire dal 17 giugno, i maturandi si cimenteranno solo con un maxiorale in presenza (salvo il caso in cui le condizioni epidemiologiche non lo consentissero e a quel punto si ripiegherebbe su un esame in via telematica). Le modalità dell’esame prevedono che nella prima parte si sopperisca alla mancanza degli scritti, attraverso la presentazione di un elaborato sulle discipline di indirizzo (es. latino e greco per il Liceo classico; matematica e fisica per il Liceo scientifico) e poi proseguiranno con la discussione di un testo di italiano analizzato durante il quinto anno di scuola superiore; a seguire gli studenti dovranno analizzare dei materiali, come immagini o citazioni, che saranno sottoposti ai maturandi dalla commissione d’esame. In ultimo, spazio alle esperienze di scuola-lavoro e ad alcune domande su cittadinanza e Costituzione.

Ma le modalità del maxiorale non sono l’unico aspetto peculiare di questa Maturità: in via del tutto eccezionale infatti, la commissione d’esame sarà composta unicamente da membri interni e in aggiunta ci sarà un presidente esterno. Il voto finale, che sarà come di consueto espresso in centesimi, sarà dato dalla somma dei crediti formativi ottenuti nel triennio, che potranno essere massimo 60, in modo da valorizzare soprattutto il percorso scolastico dello studente, mentre il voto dell’orale potrà valere massimo 40 punti.

Naturalmente non sono mancate le proteste da parte di studenti, professori, genitori e presidi, in particolare per la decisione di svolgere l’esame in presenza. In molti lo ritengono un rischio che si potrebbe evitare effettuando un esame per via telematica, ma non manca chi è contrario anche a questa ipotesi: la DaD ha creato molte disparità nell’apprendimento tra gli studenti e un esame in videoconferenza risulterebbe inopportuno e difficilmente realizzabile per i maturandi poiché non tutti dispongono degli stessi mezzi. Ma su tutto resta l’interrogativo più grande: la maturità #ventiventi può essere considerata un esame a tutti gli effetti oppure, a causa delle anomalie riguardanti lo svolgimento, avrà una valenza minore rispetto a tutti gli altri esami di Stato?

Commenti