Scuola
La DaD crea disparità?
L’abbiamo chiesto agli studenti che la stanno sperimentando sulla propria pelle
Laura Marta Di Gangi | 12 novembre 2020

La didattica a distanza torna a essere protagonista nelle scuole seppur in percentuale e modalità minori rispetto al lockdown primaverile, quando gli istituti di ogni grado e tipo sono stati costretti ad adottarla. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, si stima che ancora numerose scuole non siano dotate di wi-fi e che una su tre non sia riuscita ad attivare le lezioni da casa. Nonostante il Governo abbia attivato un bonus che aiuti le famiglie in difficoltà, sono ancora molteplici le case in cui i ragazzi non dispongono dei giusti device su cui seguire le lezioni o della connessione a internet per supportare più collegamenti contemporaneamente. Ma non tutti vedono la didattica a distanza come un nemico da evitare. Noi abbiamo interrogato i diretti interessati: la DaD crea disuguaglianza?

Daniela, 15 anni

Per me e per la mia classe è stato un vero shock scoprire solo una settimana prima del rientro in aula che avremmo dovuto ricominciare con le lezioni online. “Perché noi a casa e gli altri in classe? Siamo noi i diffusori del virus?”. La disuguaglianza è stata avvertita forte e chiara a causa del notevole ritardo nella distribuzione del materiale che avrebbe contribuito al ritorno in aula, come i banchi.

Giorgia,18 anni

Secondo me la DaD non crea alcun tipo di disuguaglianza, perché la stiamo utilizzando per salvaguardare la nostra salute, che è il bene più importante. Noi come scuola e classe abbiamo adottato la didattica integrata, in cui 10 persone seguono le lezioni a scuola e 5 da casa. Come idea è molto valida rispetto alla proposta di entrare alle 9, soprattutto per limitare il numero di persone in aula. Quindi a parer mio non sono state create disuguaglianze e penso che seguire a distanza non mi abbia penalizzato su nessun fronte.

Samuele, 14 anni

Per me e la mia classe dover seguire a distanza non è stato semplice. Siamo in 24 e spesso i server vanno in sovraccarico e si finsice per seguire le lezioni a scatti. Io e mio fratello minore per fortuna in casa abbiamo a disposizione due computer e non abbiamo riscontrato alcuna difficoltà, ma molti dei miei compagni sono costretti a seguire le lezioni attraverso lo smartphone, che non è il massimo per mantenere la concentrazione.

Gabriel, 12 anni

Nella mia famiglia purtroppo non disponiamo di alcun computer quindi per me e mio fratello è stato piuttosto faticoso dover seguire le lezioni online durante il lockdown. Inoltre a casa non abbiamo il wi-fi, quindi oltre a dover seguire io dal mio cellulare e mio fratello da quello di mamma, non riuscivamo a seguire tutte le lezioni perché consumavamo tutta la connessione dati nel giro di qualche giorno. Per fortuna le insegnanti sono state molto comprensive e mi hanno aiutato mandandomi i compiti su whatsapp.

Marika, 13 anni

Dal mio punto di vista la DaD non è in sé uno strumento che crea delle disuguaglianze, anche se le situazioni economiche di ogni famiglia ne influenzano l’utilizzo. Io in casa sono l’unica a dover seguire le lezioni online perché le mie sorelle sono già grandi, ma ho dovuto fare a turno con mia madre. In casa disponiamo di un solo computer e serviva a entrambe: a me per seguire le lezioni e a lei per lavorare da casa, quindi spesso ci siamo trovate in difficoltà.

Francesca, 12 anni

La mia esperienza con la DaD è stata più che positiva. Sia io che mia sorella maggiore abbiamo un computer personale e una buona connessione a internet. Ovviamente, seguire in aula è più pratico ma in un contesto del genere la DaD è un’ottima soluzione.

Tag: covid
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