Scuola
Parlano i ragazzi: com'è cambiata la vita con DaD?
L'ho chiesto ai miei compagni di scuola e li ho confrontati con i sondaggi nazionali
Greta Borgonovo | 24 dicembre 2020

La Dad ci ha accompagnati per gran parte di questo turbolento 2020, stravolgendo il nostro modo di fare scuola e la nostra intera quotidianità. Nell’attesa (e nella speranza) di poter tornare alla didattica in presenza il 7 gennaio, facciamo il punto della situazione: com’è cambiata la vita degli adolescenti con la Dad? Lo abbiamo chiesto ad alcune studentesse di quarta del Liceo Linguistico Parini di Seregno (MB).

Rapporto con i docenti

A risentire della distanza è stato sicuramente il rapporto con gli insegnanti. “Li sento molto lontani”, spiega Eleonora, “non riusciamo più a dialogare e a confrontarci come a scuola”. “Molti prof hanno dimostrato di essere soltanto interessati a metterci dei voti, non hanno mai preso in considerazione il nostro stato d’animo”, pensa Ginevra, che tuttavia aggiunge: “Altri, al contrario, sono stati molto disponibili nei nostri confronti”.

Rapporto con i compagni

Sembrano invece essere notevolmente migliorate le relazioni con le compagne di classe. “Siamo tutte nella stessa situazione e questo ci porta ad avere empatia l’una per l’altra” afferma Silvia. Secondo Ganna: “La classe è molto più unita, c’è più comunicazione tra di noi”. Eleonora scherza sulla mancanza del contatto fisico: “Non so neanche più come siate fatte o quanto siate alte!”.

Produttività

La Dad viene considerata da tutte meno produttiva della didattica in presenza, soprattutto a causa delle numerose distrazioni: il telefono, qualche gatto che decide di interrompere la lezione e per chi ha famiglie numerose come quella di Ganna, i fratelli che infastidiscono. Tutti elementi di disturbo che impediscono di concentrarsi e compromettono la buona riuscita delle videolezioni. “Seguiamo per bene e interamente una lezione al giorno” pensa Eleonora, secondo cui “la didattica a distanza di per sé è efficace, ma né noi né i prof ci mettiamo abbastanza impegno per farla funzionare”.

Compiti

Le ragazze concordano sul fatto che i compiti siano aumentati. “Spesso i prof ci suggeriscono di uscire a fare una passeggiata, ma quando finisco di studiare sono talmente stanca che non riesco a fare altro che guardare un film”, racconta Ginevra. Silvia ammette di procrastinare: “Qualche volta rimando le cose da fare, pensando che tanto sono chiusa in casa”. Per Ganna, “la quantità di compiti alle volte è ingestibile”. Altra difficoltà, fa notare, risiede nelle prove scritte: “I prof propongono sempre più spesso verifiche di ragionamento per impedirci di copiare. Non siamo abituate a compiti di questo tipo, li trovo molto complicati”.

Stato d'animo

Altro importante aspetto da non dimenticare è lo stato d’animo delle ragazze in questo periodo. Eleonora Ginevra e Ganna si definiscono “preoccupate”. “Abbiamo talmente tante cose da studiare che anche quando ho un giorno libero, senza interrogazioni, sono ansiosa”, commenta Ginevra. Per Eleonora “abbiamo un sacco di preoccupazioni per la testa: non è sempre facile impegnarsi e dare il meglio di sé”. “Mi preoccupa non sapere quando finirà tutto questo”, aggiunge Ganna. Silvia, invece, si sente “a disagio”: “È tutto nuovo e strano, non sai mai cosa potrebbe succedere da un giorno all’altro. È una confusione totale”.

Sondaggio

I racconti di Eleonora, Ganna, Ginevra e Silvia rispecchiano in gran parte i risultati dei sondaggi effettuati da Almalaurea. Circa il 66% degli studenti trova che le relazioni con gli insegnanti non siano diventate più intense. Per quanto riguarda i rapporti con i compagni di classe, le ragazze del Parini si trovano in quella minoranza (circa il 32%) che si sente parte integrante della propria classe in misura maggiore. Quanto al carico di studio, il 79,6% degli studenti dichiara che durante la didattica a distanza i compiti sono aumentati rispetto alle lezioni tradizionali: per il 54,8% il carico è stato comunque sostenibile, mentre per il 24,7% è stato insostenibile. I dati riportano una generale insoddisfazione per la Dad: il 72,1% degli studenti pensa che la preparazione raggiunta attraverso le lezioni a distanza sia inferiore a quella che avrebbero avuto andando a scuola. Inoltre, guardando al futuro, poco meno di un terzo degli studenti (31,6%) ritiene che sarebbe utile continuare a usare la didattica a distanza, insieme alle lezioni in aula, anche dopo l’emergenza del Covid-19. Infine, nel descrivere con un solo aggettivo il proprio stato d’animo nei mesi di Dad, gli studenti di quinta si sono definiti principalmente “preoccupati” (32,3%), probabilmente a causa della vicinanza dell’Esame di Stato, mentre gli studenti di quarta (35,3%) si sono detti “tranquilli”.

Nonostante alcuni lati positivi, la Dad presenta molte problematiche, prima fra tutte la mancanza del contatto diretto con compagni e professori, aspetto fondamentale della vita scolastica che non può passare in secondo piano. Per questo ci auguriamo di poter tornare al più presto tra i banchi di scuola.

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