Scuola
Una studentessa alle simulazioni delle Nazioni Unite
Dove gli studenti imparano a conoscere i Paesi del mondo e a dibattere sui grandi temi internazionali
Martina Cirelli | 9 aprile 2018

Ogni viaggio è una scoperta, un’occasione per rinascere, un modo per confrontarsi con realtà diverse. È così che il 20 febbraio 2018 è iniziata la mia esperienza oltreoceano, una delle più importanti e decisive per me e per la concretizzazione del mio futuro. new United Nations Headquarters, New York. È qui che migliaia di ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo si sono incontrati per prendere parte alla simulazione delle Nazioni Unite. Gli studenti partecipanti sono definiti “delegati”. Il loro compito è quello di rappresentare in una commissione il Paese che gli organizzatori del progetto gli assegneranno. Il delegato è quindi il protagonista della simulazione e sperimenta in prima persona questa forma di learning by doing. Qui ha la possibilità di mettere in pratica le conoscenze acquisite nel periodo precedente alla simulazione, nel quale ha effettuato ricerche avanzate sulla posizione del proprio Paese rispetto al topic trattato dalla commissione. La partecipazione ai Model United Nations è interessante perché induce a conoscere le caratteristiche dei popoli di tutto il mondo e a comprendere come la loro vita possa essere migliorata grazie all’intervento dell’ONU. Ho visto con i miei occhi, durante una simulazione al palazzo di vetro, delegati dell’ONU lavorare per topic importanti e di estrema attualità. In quel momento l’emozione è stata davvero forte, perché ho realizzato che mentre io stavo solo simulando il lavoro in commissione, dietro alla porta vicino alla mia il Security Council aveva appena firmato una risoluzione per la tregua della guerra in Siria. Durante la mia permanenza a New York, i tre giorni di lavoro in commissione sono stati un vero e proprio rollercoaster di emozioni: felicità, tensione, voglia di mettersi in gioco, gratitudine e passione. A questo progetto devo personalmente un grande riconoscimento, perché mi ha permesso di confrontarmi con le conoscenze e competenze dell’altro diverso da me, di sconfiggere la paura di parlare in pubblico, di capire l’importanza di collaborare in un team, di saper comunicare e rispettare le idee e posizioni altrui e, cosa più importante, mi ha permesso di capire se il lavoro del delegato dell’ONU è quello che davvero fa per me. Sperimentare in prima persona una realtà che fino a quel momento avevo solo idealizzato nella mia testa mi ha fatto sentire profondamente realizzata. Trovare il proprio posto nel mondo non è una cosa facile, ma quando realizzi di essere sulla giusta direzione tutto si allinea nel modo corretto e anche il più temibile degli ostacoli non fa più paura. Dopo questa avventura ho capito molte cose. La prima è l’importanza di sperimentare. L’esperienza diretta è il primo passo per provare sensazioni e cogliere le ispirazioni, un ottimo metodo per arricchire il proprio bagaglio culturale. La seconda è che ogni uomo nasce con una caratteristica: quella di saper sognare. Ogni uomo è un sognatore che spera di veder realizzati i propri progetti e quando la vita ti offre le opportunità per farlo bisogna assolutamente coglierle.

Commenti