Interviste
Come creare una start up (se hai 14 anni)
Giulio Raganato e Francesco Tortorelli, compagni di scuola con la passione per l’informatica, ci raccontano la loro piattaforma xCorsi
Serena Mosso | 20 settembre 2018

Parlateci di voi: chi sono Francesco e Giulio?

Due ragazzi di 14 anni che hanno in comune una grande passione per l’informatica e per l’innovazione. Francesco ha anche tanta passione per lo sport e tanta curiosità. È a causa di quest’ultima che a tredici anni ha scelto una scuola specializzata nell’incentivare gli studenti a realizzare concretamente nuove idee di micro imprenditorialità, le famose “start up”.

Giulio negli ultimi anni ha scoperto l’amore per la lettura e mastica libri, riviste e pubblicazioni sul web ogni volta che può; altrettanto forte è l’interesse (quasi spasmodico) per la politica, che ritiene essere l’elemento centrale nella vita d’ogni cittadino. In chiusura di ogni giornata ascolta buona musica.

Cos'è “xCorsi”?

“xCorsi” (si pronuncia “percorsi”) è un’innovativa start up tecnologica che si propone di offrire un servizio che, almeno nel nostro territorio, non esisteva ancora: una piattaforma web, che attraverso un motore di ricerca interno, mette a disposizione dell’utente tutti i migliori corsi in provincia di Lecce, di ogni tipologia, dalle lingue alla cucina, dalla tecnologia ai mestieri. L’interfaccia utente è facile e accattivante e fornisce le informazioni complete per ogni corso (descrizione, location, durata, prezzo, etc.). Anche a ogni singolo centro di formazione è dedicata una scheda specifica con le informazioni che lo contraddistinguono (presentazione, recapiti, contatti, etc.). C’è anche l’opportunità di iscriversi alla newsletter in modo da essere costantemente aggiornati sulle novità, che spaziano dall’inserimento di nuovi centri e nuovi corsi, alla possibilità di usufruire di particolari promozioni e partecipazioni gratuite.

Come è nata l’idea di “xCorsi” e come avete lavorato insieme per svilupparla?

Un nostro genitore era alla ricerca di un corso d’inglese e, dato che mancava un servizio come il nostro, ha dovuto visitare o contattare ogni singola scuola prima di poter trovare il corso che meglio soddisfaceva le sue esigenze. Da qui l’idea e il bisogno concreto di un portale come “xCorsi”.

Per quel che concerne il nostro lavoro, vivendo in due città diverse, la maggior parte della programmazione l’abbiamo svolta separatamente, ognuno a casa propria, ma abbiamo interagito costantemente grazie ai social network. Quando abbiamo incontrato problemi di più difficile risoluzione, ci siamo dati appuntamento presso la sede di Arianoa, l’incubatore delle start up della nostra scuola, il Galilei-Costa. Lì abbiamo risolto le difficoltà con l’assistenza del professore e, soprattutto, il prezioso aiuto dei ragazzi di “Smart Siti” (un’altra startup ideata nel 2015 da diplomati della nostra scuola).

 Gli anni delle scuole superiori sono quelli in cui maggiormente si contestano “l’autorità” e i professori, ma sono anche gli anni in cui, se si è fortunati, si incontrano gli insegnanti che ti cambiano la vita. Che ruolo ha avuto il vostro professore d’informatica in questo percorso e in che modo vi ha seguiti nell’elaborazione della start up?

Per quel che riguarda la nostra storia, possiamo ritenerci fortunati. Il prof. di informatica Daniele Manni ha giocato un ruolo chiave nell’elaborazione e nella nascita di “xCorsi”. Ha visto in noi una comune e forte voglia di realizzare con le nostre mani qualcosa di nuovo e, pur frequentando classi diverse, ci ha presentati e fatti conoscere. Poi ci ha invitato a lavorare insieme per individuare quella che poteva essere l’idea “vincente” di una nuova start up.

Ha anche il merito di averci coordinato e fornito tutti gli strumenti e i consigli utili alla vera e propria realizzazione concreta della nostra idea imprenditoriale.

 

Qual è stata la risposta da parte dei Centri di Formazione al vostro portale?

Stanno rispondendo sostanzialmente in maniera positiva, anche se stiamo riscontrando qualche difficoltà nel proporci, a causa della nostra età. I responsabili dei centri non sono portati a dare molta attenzione e credito a dei “ragazzini” di 14 anni. Ci auguriamo di raggiungere presto una certa notorietà nell’ambiente. Solo così forse la buona funzionalità del portale ci precederà e il nostro compito sarà più facile.

Detto ciò, abbiamo comunque già un discreto numero di centri (e relativi corsi) che hanno aderito al progetto. Contiamo di raggiungere una buona quota di adesioni entro la fine di settembre, periodo in cui la richiesta di corsi è a pieno regime.

 

Una volta attivato il portale, come potranno accedervi gli utenti e come lo utilizzeranno?

La piattaforma è raggiungibile all’indirizzo www.xcorsi.info che viene già individuato dai maggiori motori di ricerca (ad es. Google). È sufficiente infatti digitare “xCorsi” per trovarselo al primo posto.

Abbiamo concepito il sito in modo che l’utente possa trovare in modo rapido il corso che fa al caso suo. Si può procedere, come dire, manualmente, sfogliando tra le sedici categorie. Oppure ci si può affidare alla ricerca automatica compilando il piccolo modulo presente sulla home page, o ancora consultare i corsi  e i centri posti in evidenza.

Quando si parla di corsi di formazione o formazione in generale con degli studenti, un’associazione che viene subito naturale negli ultimi mesi è quella con l’alternanza scuola – lavoro. Che idea vi siete fatti, da fuori, di questo percorso?

Le opinioni che abbiamo relativamente all’alternanza scuola – lavoro, sono per certi versi divergenti e per altri congruenti. Per quel che concerne le differenze, Francesco afferma che il percorso dell’alternanza scuola – lavoro sia qualcosa di positivo e sicuramente produttivo se fatto con la dovuta serietà. In quel periodo gli studenti dovrebbero realmente lavorare presso l’azienda, lo studio professionale o l’ente. Il pensiero di Giulio è invece diametralmente opposto. Per lui la scuola deve essere anzitutto un sano luogo d’apprendimento; l’alternanza scuola – lavoro non fa altro che togliere prezioso tempo a questo importante compito e mettere gli studenti un po’ alla mercé di aziende che potrebbero approfittarne.

Ci troviamo entrambi d’accordo però nel dire che i percorsi vanno studiati e attribuiti con una maggiore cognizione di causa. Non troviamo nulla di educativo o formativo nel mettere un ragazzo che proviene da un liceo a friggere patatine, se non quello semplicemente di provare cosa significa lavorare alle dipendenze di qualcuno.

Che futuro e sviluppo prevedete nei prossimi mesi per la start up?

Contiamo di accreditare tutti i maggiori e più qualificati centri di formazione del territorio salentino, comprendendo anche le province di Brindisi e Taranto, per poi successivamente estendere il raggio d’azione di “xCorsi” al resto della Puglia e all’intero territorio nazionale.

 

Così giovani e già così appassionati di informatica e volenterosi. Com’è nata questa vostra passione per la materia?

La passione per l’informatica in entrambi è scaturita in giovanissima età; già da piccoli passavamo buona parte del tempo libero dietro lo schermo di un computer. L’altra cosa che ci accomuna è che non ci accontentavamo di utilizzare app e programmi realizzati da altri ma volevamo essere noi gli artefici di qualcosa che gli altri volessero usare. La nostra passione viene costantemente alimentata dalle infinite possibilità di sviluppo che questo mezzo offre. Nativi dell’era digitale, ci siamo fatti ammaliare dal mezzo che oggi è divenuto parte integrante della vita di ognuno di noi: il Computer e lo Smartphone (che, in effetti, è un computer).

 

Avete solo 14 anni ma avete elaborato una start up che, fornendo servizi sulla formazione, aiuta i propri utenti a proiettarsi al meglio nel mondo del lavoro. Questo, per chi vi guarda dall’esterno, fa pensare che abbiate una certa sensibilità e una certa attenzione verso il lavoro che altri vostri coetanei potrebbero non avere ancora. Quando finirete la scuola superiore e starete per fare anche voi il vostro ingresso nel mondo del lavoro – o sceglierete una facoltà universitaria che vi aiuti a inserirvi – sicuramente avrete un’idea diversa, più urgente del mondo del lavoro di quanto non lo sia ora. In base anche a ciò che dicono i media, o i social, o l’ambiente in cui vivete, qual è la vostra percezione di studenti, attualmente, del lavoro in Italia?

Nonostante ancora non ce la sentiamo d’affermare a gran voce quale sia il nostro lavoro ideale, cosa vorremmo fare da grandi, possiamo invece sottoscrivere il pensiero secondo cui l’università, a prescindere dalla strada che si voglia intraprendere, rappresenti un passo fondamentale, in primis per sé stessi. La nostra attuale visione del lavoro in Italia non è delle più confortanti, o almeno è ciò che dicono i dati: non è un caso che siano sempre più numerosi i giovani intenti ad andarsene da questo Bel Paese (che ricordiamo è fondato sull’articolo 1 della Costituzione), il quale però ha in molti settori o in generale poco da offrire.

Il lavoro è alla base di tutto e Sandro Pertini che ovviamente lo aveva come molti altri ben capito, affermava: “Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero.” 

E parlando di lavoro, non possiamo non notare che tra i pochi ambiti in cui l’occupazione è sempre in continua crescita è quello dell’informatica, dell’ingegneria e della tecnologia in generale.

 Che progetti e aspirazioni avete per il futuro?

Nel breve e medio termine – i prossimi quattro anni – abbiamo intenzione di portare avanti la nostra start up (e chi sa, magari anche altre che ci verranno in mente strada facendo), oltre a continuare a coltivare le nostre reciproche passioni.

Per quel che riguarda il futuro meno immediato e, se vogliamo, più importante, dopo il diploma pensiamo di continuare gli studi universitari per poi vedere se immetterci nel lavoro con una nostra personale attività o chissà.

 

 Un consiglio per i vostri coetanei che aspirano a realizzare start up.

Ai nostri coetanei e, in generale, a tutti i giovani che stanno anche lontanamente pensando di realizzare una qualsivoglia start up, consigliamo assolutamente di crederci al massimo, di metterci impegno, costanza, perseveranza e tanta passione. È un’esperienza incredibile e piena di sorprese, in poche parole: FATELO!

Commenti