Musica
Un pò di Irlanda in Italia
Riempite i boccali e preparatevi a ballare: non saprete resistere al coinvolgente ritmo di ?Four Green Fields?, il nuovo album della band folk rock Her Pillow
William ?Rocker? Mattone | 27 giugno 2013
Her Pillow: perché un nome così particolare?
In realtà è un nome senza significato, al primo concerto non avevamo ancora deciso come chiamarci e quando l?organizzatore l?ha chiesto al nostro cantante lui si è rivolto alla sua ragazza, che gli ha detto la prima parola inglese che gli passava per la testa: ?pillow?. Lui ha detto: ?her? e così è nato Her pillow.

Da dove nasce la passione per la musica folk-rock irlandese? Come nasce la band?
Abbiamo iniziato suonando blues, ci siamo avvicinati alla musica folk tradizionale facendo degli intermezzi strumentali con un amico mandolinista e poi è nato tutto perché ci piacciono l?Irlanda e soprattutto la birra!

A chi sentite di potervi paragonare del panorama folk e folk rock?
Vi ispirate ai Dropkick Murphys e ai Flogging Molly? No, noi ci rifacciamo principalmente ai Pogues e anche a tutte le altre band che, come i Modena City Ramblers, hanno loro alla base.

Cosa c?è nel vostro iPod?
Noi ascoltiamo tutto! Infatti nei nostri lavori viene sempre fuori un miscuglio: il banjista, ad esempio, suona come un pazzo scatenato!

Che tipo di pubblico avete? Qual è il rapporto con i più giovani?
C?è gente che ci segue da vent?anni e ragazzi che ci hanno scoperti un mese fa, ma sicuramente quello che accomuna tutti è il fatto di divertirsi, divertirsi con chi si incontra e divertirsi con noi che facciamo casino!

Di tutti i vostri concerti quali ricordate con più piacere? Cosa vi hanno lasciato?
Ricordiamo sicuramente quelli belli! Il primo che viene in mente è a Roma, al Palladium, con Radio Rock dove siamo saliti su un palco grande. Poi il teatro Tenda di Firenze che con 3.000 persone davanti a te che pogano e ballano ti impressiona tantissimo. E sicuramente il Galway Festival in Irlanda, che è stato un evento davvero irripetibile. Ma alla fine tutti i nostri live sono stati importanti.

Come vivete la vita di band, avete mai avuto momenti critici?
Troppi, sono 20 anni che stiamo insieme e dire che abbiamo litigato è un eufemismo: abbiamo fatto di tutto! Abbiamo cambiato ben 17 formazioni, ma con tutti siamo rimasti amici fraterni. Tra di noi ci sono grandi differenze di età e quindi c?è anche una varietà di esperienze, capacità, idee... il risultato è una somma di quello che siamo.

Il folk-rock si sta diffondendo: avete consigli per le giovani band che si avvicinano a questo genere?
La cosa più bella che si può fare è sempre fare ciò che si vuole, basta che si suona!

Tin & Low whistle, uilleann pipes: parlateci degli strumenti che caratterizzano il vostro stile...
Noi abbiamo una formazione a piramide la cui base è una band rock: basso, chitarra e batteria. Sopra c?è per esempio il violino, la cornamusa irlandese, l?arpa, i whistle e il banjo. Per ultime le voci che danno la linea melodica.

Avete progetti per il futuro?
Da poco è uscito il nostro ultimo album e ora vogliamo pensare a promuoverlo, ma abbiamo già in cantiere un nuovo disco su Bobby Sands: abbiamo preso le sue poesie e abbiamo inserito la musica.

Ringraziamenti particolari per il vostro successo?
Sicuramente i ragazzi che vengono a divertirsi e ci supportano, ma non dimentichiamo anche la Guinness!
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