Ambiente
Giro d’Italia più sostenibile, green zone e borracce biodegradabili ma non mancano le polemiche
L'elevato consumo di bottiglie e il tradizionale lancio delle borracce ai tifosi sono comportamenti dal costo ambientale elevato, che alcuni provvedimenti stanno cercando di risolvere
Stefano Stoppa | 11 maggio 2021

Sono oltre centomila le bottiglie utilizzate durante il Giro d'Italia, come racconta al Corriere della Sera Luca Ruffini, direttore generale di Pontevecchio, la società che commercializza Valmora, acqua ufficiale del Giro. È quanto si consuma per dissetare corridori ed entourage in una sola edizione dell’annuale corsa ciclistica, ricominciata da Torino lo scorso 8 maggio. Un problema rilevante di sostenibilità, che si accompagna a una tradizione, il lancio delle borracce ai tifosi, di grande fascino ma dal costo ambientale assai elevato. Per questo, diverse soluzioni sono state proposte dagli organizzatori della gara.

Green Zone

Nate nel 2013, dal 1° aprile 2021 le Green Zone, isole verdi collocate lungo il percorso, sono, secondo le direttive dell'Unione Ciclistica Internazionale, l'unico luogo deputato al lancio di bottiglie e rifiuti da parte dei corridori. A queste si accompagna l'introduzione di sanzioni per il lancio al di fuori delle aree autorizzate, indicate da appositi cartelli. Una soluzione che non ha fatto mancare le polemiche. L'arrivo all'ultima Green Zone della tappa del 9 maggio (Stupinigi-Novara) è stato infatti interessato da "un bombardamento" secondo il commentatore Magrini di Eurosport, con lo sfortunato episodio che ha visto una signora bagnarsi per una borraccia che si è aperta durante il lancio. E sono arrivate le prime sanzioni per due corridori, Bouchard e Scotson, che sono stati puniti con una multa di 500 franchi per il lancio fuori dalle zone aurorizzate. 

Borracce biodegradabili

Un'altra soluzione è proposta da Andrea Rosso, ad di Namedsport intervistato dal Corriere, che porta al Giro una serie di borracce biodegradabili capaci di distruggersi in un periodo compreso tra i 9 mesi e i 5 anni. E anche Valmora, per il terzo anno acqua ufficiale del Giro, ha puntato su bottiglie composte al 30 per cento da plastica riciclata, e al 100 per cento riciclabili.

Un problema complesso, dunque, e di non facile soluzione. Ma un problema di cui si è iniziato a discutere.

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