Attualità
Lockdown e social media: un giovane italiano su quattro ha disattivato i propri account nell’ultimo anno
Uno studio condotto a livello mondiale ha monitorato l’uso di Internet della GenZ nei dodici mesi della pandemia
Caterina Galeazzo | 25 marzo 2021

Alcuni giovani dei nostri giorni hanno abbandonato i social, cosa molto difficile da credere. Complice il lockdown, i giovani hanno iniziato a usare il web su smartphone e computer con maggiore consapevolezza. Prestando attenzione alla protezione del loro profilo digitale e tutela della privacy. Il Belpaese si trova in testa a questo fenomeno emergente, con un giovane su quattro che nell’ultimo anno ha disattivato il proprio account.

In testa Instagram e Facebook, i social più gettonati della generazione, segue TikTok. In minima parte Twitter e LinkedIn, di fatto i meno usati. La media mondiale di chi ha lasciato il mondo social è di uno su cinque. Il Giappone si posiziona ultimo della classifica con solo un abbandono ogni venticinque utenti.
Lo studio di Dentsu Agis Network condotto a livello mondiale su 5 mila GenZers da 18 a 24 anni ha monitorato l’uso di Internet nei dodici mesi da maggio 2019 a maggio 2020. Dunque, fino alla ripresa dopo il lockdown. Una buona parte dei ragazzi under 24 ha deciso di “prendersi una pausa dai social” durante la pandemia per vari motivi: ad esempio per brutte esperienze subite come stalking, cyberbullismo, body shaming, o semplicemente per concedere più tempo a se stessi. Qualcuno afferma che stava sacrificando quel tempo destinato ai libri, distraendosi sui social.
Quello che sicuramente emerge da alcune interviste è che, è indubbiamente vero che la presenza sui social, e il loro utilizzo, dipende prima di tutto da una questione anagrafica, a cui è collegata una certa curiosità. Ma la chiusura di alcuni account e l'abbandono dell'arena social spesso scaturisce dal carattere troppo invasivo di alcune piattaforme nella quotidianità.
Inoltre, possiamo ipotizzare che alcuni social media oggi sono sempre più degli strumenti di lavoro e canali pubblicitari, più che di svago, diventando indubbiamente superflui per la maggior parte degli utenti che invece di professione fanno tutt'altro, e utilizzano i social network come uno svago, una pausa dalla vita di tutti i giorni.

 

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