Attualità
Rischio calendari per gli esami di terza media a causa dei professori di religione
Roberto Bertoni | 8 maggio 2018

Rischio caos per gli esami di terza media, a causa di una delle deleghe della Buona scuola per quanto concerne gli esami di terza media, le quali prevedono, fra le altre cose, l'abolizione del test INVALSI, anticipato durante l'anno scolastico e privo di influenza sulla valutazione finale, e la previsione di tre prove scritte (italiano, matematica e lingua straniera) e un colloquio orale. Ma soprattutto, da quest'anno, prevedono l'obbligo di presenza da parte dei professori di religione, i quali, avendo solo un'ora per classe, ne hanno molteplici e, talvolta, spalmate su più scuole, con la conseguenza che, non dovendo più partecipare solo allo scrutinio finale ma ad ogni seduta d'esame, al pari dei docenti dell'eventuale materia alternativa, il calendario si ampli a dismisura, facendo slittare le prove ben oltre il 30 giugno.

Una dinamica che coinvolge circa quattromila docenti, non a caso stigmatizzato dall'associazione professionale Dirigenti scuola: "Considerando che i docenti di religione sono presenti in tutti i consigli di classe, e spesso addirittura su più istituzioni scolastiche, risulta particolarmente impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, prevedendo la loro partecipazione ai lavori di tutte le sottocommissioni, concludere gli esami entro il 30 giugno, come previsto dalla legge. In alcune scuole, la loro presenza sarebbe forse possibile ma solo costringendo le commissioni e gli alunni a massacranti sedute d'esame fino a sera, comprendendo nel calendadio anche l'intera giornara del sabato e destinando ben poco tempo alla prova orale d'ogni studente". 

Non meno critiche alcune associazioni che si battono per la laicità della scuola (su tutte il Comitato Nazionale per la scuola e la Costituzione): "È l'ultimo atto di un processo sotterraneo per recuperare all'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche il ruolo di 'materia obbligatoria'. Solo con difficoltà sono state introdotte norme per rendere effettiva la nuova facoltatività con la formulazione delle quattro alternative, sulle quale, anche per la difficoltà a superare certe prassi e il timore di esporre i figli a discriminazioni, sono state esercitate poche opzioni". 

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