Attualità
Quale Europa: oltre 70 tappe per discutere in Italia l’Europa
Per un’Europa del bene comune, dell’uguaglianza, della conoscenza e della giustizia sociale “Quale Europa” dialogherà con l’Italia dal 4 Aprile al 7 Luglio  
Benedetta Bassino | 4 April 2024

É avvenuto il 3 aprile alle 18:00, presso la libreria Ubik Spazio Sette, il lancio di “Quale Europa”, il nuovo libro del Forum Diseguaglianze e Diversità pubblicato da Donzelli.
Si tratta di un lavoro che, già nella sua conformazione (13 contributi sui temi fondamentali per un’Europa della giustizia sociale e ambientale), rivela il suo carattere dialogico, tanto sul piano teorico quanto su quello pratico, tradotto nell’ ideazione e realizzazione di un tour di oltre 70 tappe in giro per l’Italia, a partire da Catanzaro.
A presentare “Quale Europa”, alla libreria Ubik Spazio Sette: Fabrizio Barca, Marco Damilano ed Elena Granaglia, curatrice del volume insieme a Gloria Riva.

Quale Europa: capire, discutere, scegliere

Tra il 6 e il 9 giugno si voterà per il nuovo Parlamento europeo, e ancora una volta si tratta di capire, discutere e scegliere una via piuttosto che un’altra, considerando in modo critico le conseguenze della scelta.
A sfidarsi sono tre modi diversi di disegnare l’Europa: quella degli ultimi cinque anni, di Ursula von der Leyen, del Covid, della guerra in Ucraina e profondamente segnata dalla cultura neoliberista; quella conservatrice-autoritaria; e quella raccontata da “Quale Europa”, un’ Europa di giustizia sociale, ambientale e di pace.
“Quale Europa” si offre dunque, al di fuori dell’arena elettorale, come una possibilità di informarsi, confrontarsi, capire e dunque scegliere in modo più consapevole quale futuro per l’Europa, prima e dopo le elezioni.

“Su cosa questa Europa del bene comune, dell’uguaglianza e della conoscenza si basa?”

L’unione europea ha un ruolo fondamentale per la giustizia sociale, di cui lo stesso articolo 3 della Costituzione italiana si fa portavoce.
Di fronte alla doppia sfida, ambientale e tecnologica, i paesi membri devono unirsi perché la scala nazionale non è sufficiente, serve una scala europea e una messa in discussione della retorica della transizione come “bagno di sangue”.
L’Unione che “Quale Europa” promuove è un welfare universale, un modello di governance democratica con espansione della partecipazione dal basso.
Una struttura di governance utile per ridare ossigeno all’Europa su più livelli, quali democraticità e efficacia/efficienza.
Il modello di governance democratica è contro-intuivo perché oggi la verticalizzazione dei poteri sembra essere l’unica via, ma è l’orizzontalità, per definizione dialogica e orientata al confronto, la risposta più democratica e efficiente/efficace.
Bisogna tornare a condividere e perseguire Il sogno dell’Europa: pace, coesione e inclusività.

La complessità si affronta con la complessità

La modalità del welfare e di una governance democratica sembra essere l’unica alternativa all’ autoritarismo.
Perseverare in una democrazia flebile basata su regole e contratti è controproducente, è una riduzione dell’enorme complessità dell’attuale fase storica.
Scegliere oggi è più difficile, non solo perché esiste una maggiore consapevolezza delle conseguenze delle scelte che si prendono, ma anche a causa della tecnologia digitale, la cui velocità è spiazzante e che non può che alterare continuamente il sistema capitalistico e i parametri delle decisioni.
Anche il ritorno della Cina e l’enorme mole di informazioni ad oggi disponibili costituiscono ulteriori fattori di aumento della complessità del nostro periodo storico.
Di fronte a questa complessità, a questa incertezza globale, non si può normare in anticipo ogni caso particolare.
Bisogna dunque scegliere, ma tra cosa?
Escludendo la non-possibilità di rimanere nell’attuale stato di cose, tra l’autoritarismo e una costruzione di una democrazia complessa, che rispetti la complessità del reale e risani la connessione tra la società e le istituzioni.

"Gli interlocutori di questo lavoro chi sono? Un viaggio in italia per incontrare chi?"

Gli interlocutori di questo lavoro sono innanzitutto donne e uomini che candidandosi potrebbero fare proprie alcune delle 13 bandiere di “Quale Europa”.
I destinatari sono però molteplici, dai sindacati alle organizzazioni sociali che operano nei territori per cambiare il futuro.
 

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