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L'APPROFONDIMENTO
Che traffico nel cielo!
Lontane, spesso dimenticate, eppure sopra i nostri occhi: sono le tante missioni spaziali che indagano il sistema solare alla scoperta di nuove informazioni
Mattia Bonanno e Andrea Miglio | 3 ottobre 2016

Avete idea di quanti satelliti sono attualmente in orbita attorno alla terra? Ce ne sono un sacco! La maggior parte è costituita da satelliti di telecomunicazioni, ovvero quelli che servono per assicurare una connessione internet, ma ce ne sono alcuni fondamentali dal punto di vista scientifico.
La missione più importante attualmente in orbita terrestre è Iss (International Space Station): si tratta di un laboratorio scientifico assemblato pezzo per pezzo attorno alla Terra. Gli astronauti solitamente rimangono lì sei mesi e fanno centinaia di esperimenti scientifici, occupandosi della divulgazione dei risultati da loro raggiunti.
Addentriamoci un po’ nel nostro sistema solare: troveremo Cassini. Da anni questa sonda si trova nei pressi di Saturno, del quale ha studiato lune ed anelli, compiendo numerosi fly by, ovvero voli a bassa quota che studiano i gas di cui è composto il pianeta. Il termine della missione è previsto per il 2017, quando la sonda verrà fatta precipitare nell’atmosfera di Saturno, da cui ci invierà gli ultimi dati.
C’è poi Exo Mars, una missione dedicata all’esplorazione del pianeta rosso, composta da due fasi: nella prima verrà fatto atterrare un lander sulla superficie, la seconda prevede l’atterraggio di un rover, un robot capace di effettuare esperimenti sul campo e di studiare la composizione del suolo marziano prelevando campioni.
Ma ci sono anche missioni che esplorano il nostro universo da decenni: le Voyager sono le più longeve. Voyager 2 è in viaggio da ben 39 anni e 23 giorni, ma perderemo presto ogni contatto con lei: il giroscopio - lo strumento che mantiene la ricetrasmittente allineata con la terra - smetterà di funzionare quando la sonda uscirà fuori dal sistema solare. La sua gemella Voyager 1 aveva individuato una sottile fascia di anelli attorno a Giove invisibili al telescopio.
A proposito di Giove: la missione Juno è la seconda dell’ambizioso programma New Frontiers della NASA, selezionata nel 2005 e lanciata il 5 agosto 2011 con un razzo Atlas V. Sono passati da allora 5 anni e il 5 luglio 2016 la sonda è entrata in orbita gioviana. Juno ha 9 strumenti a bordo, 2 dei quali sono di produzione italiana: lo spettrometro ad immagine infrarosso JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper), e lo strumento di radio scienza KaT (Ka-Band Translator). Lo scopo della missione è analizzare le caratteristiche di Giove, utili a comprendere l’origine del sistema solare e dei sistemi planetari che si vanno scoprendo intorno ad altre stelle. Juno farà 36 orbite in 20 mesi attorno a Giove, poi nel 2018 verrà fatta cadere nell’atmosfera gioviana, dove per via dell’attrito brucerà e si distruggerà. Piccola curiosità: nella mitologia Giunone era colei che spiava suo marito Giove attraverso le nuvole, per questo la sonda Juno si chiama così.

 

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