Cinema e Teatro
C’è ancora domani, il film record di incassi che smuove gli italiani
Con la regia di Paola Cortellesi, C’è ancora domani si è rivelato un vero e proprio regalo per le coscienze di adulti e ragazzi
Pier Lorenzo Salassa | 7 gennaio 2024

Il film recitato e diretto da Paola Cortellesi in poco tempo ha registrato un numero di spettatori sorprendente ed ha attirato l’attenzione di tutti.

Sebbene taluni sostengono che il film abbia riscosso tanto successo per i fatti di cronaca dell’ultimo periodo e per l’attenzione che ciò ha generato sulla condizione femminile dall’altra anche i più scettici non possono non ammettere l’abilità della Cortellesi sia come attrice che come regista, infatti è stata capace di creare un’atmosfera che ci riporta alla vita di una donna che vive con tre figli e un marito violento nel dopoguerra.

La trama

Il film parla di una donna di nome Delia che spesso subisce violenza sia fisica che psicologica dal marito Ivano e più in generale dalla società in cui vive e che deve crescere una figlia in un mondo che non la tutela e due figli ineducabili.

Questa donna interpretata dalla Cortellesi, nonostante tutto va avanti, lavora e si adopera per la sua famiglia con tutti i mezzi senza mai lamentarsi. Dalla trama emerge anche un precedente amore di Delia con un uomo completamente diverso dal marito, che lei incontra perché aveva un’officina, ma che si è “distratto” un attimo e l’ha persa per sempre. Questo uomo, Nino, sarà costretto a partire da Roma e inviterà Delia a unirsi al suo viaggio.

Nel frattempo Delia salverà la figlia Marcella da un matrimonio che l’avrebbe costretta a fare la sua stessa vita.

Il colpo di scena del film è una misteriosa lettera ricevuta da Delia che porta gli spettatori a fare diverse ipotesi, tutte comunque con il presentimento di una prospettiva di cambiamento per la sua vita.

Solo alla fine del film si scoprirà che questa lettera altro non era che la scheda elettorale; la scheda elettorale delle prime elezioni in cui le donne potevano votare. Quando uscirà di casa per andare a votare raccontando una scusa al marito questo la scopre e cerca senza successo di fermarla. Al momento di tirare fuori la scheda per poter votare Delia si rende conto di averla perduta e sarà la figlia, a cui ha lasciato ottomila lire per andare a scuola, che gliela riporta.

Un film che non dimenticheremo facilmente 

Ci sono scene che sicuramente diventeranno dei topos della cinematografia italiana non solo per recitazione, ma anche per le modalità di registrazione e per la ricostruzione dei dettagli della scena. Non scontata la scelta di mandare il film nelle sale in bianco e nero che potrebbe essere non gradito, ma che data l’ambientazione del film rende il tutto più realistico.

Dal film emerge una donna che non vuole migliorare la sua condizione personale scappando via e facendosi una nuova vita abbandonando tutto alle spalle, ma una donna che vuole contare qualcosa in un mondo in cui non esisteva nessuna tutela per le donne.

Forse la frase più significativa del film è quella che la figlia le rivolge: “Tu non conti niente”, da qui il significato del film che rappresenta la volontà e la forza d’animo delle donne che silenziosamente hanno sempre contato qualcosa sia nelle famiglie che nella società. Questo film racconta il primo passo di un lungo cammino che ancora oggi non è finito.

Penso che questo film non vada interpretato come un film che parla solo della violenza sulle donne, ma di un film che mette in evidenza come la nostra società si sia evoluta, ma che comunque conserva ancora qualcosa di quegli anni.

Questo film è sicuramente stato fatto per ricordarci come è iniziata l’emancipazione femminile, ma anche per ricordarci che non è finita e che bisogna fare ancora molti passi.

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