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Processo Diddy: la difesa vuole eliminare la testimonianza di Kid Cudi
Redazione | 27 maggio 2025

Il team legale di Diddy ha contestato anche l’intervento della psicologa forense Dawn Hughes

Photo Credits: John Seb Barber

Il processo a Diddy è entrato nella sua terza settimana e finora i colpi incassati da Puff sono stati parecchi. Dalla testimonianza di Cassie a quella di Kid Cudi, passando per quella della psicologa Firenze Dawn Hughes, l’immagine del magnate che si sta delineando non è affatto rassicurante. Per questo la difesa sta cercando di eliminare le testimonianze dal processo, a partire da quella di Cudi.

Cudi è salito alla sbarra giovedì scorso raccontando nei minimi dettagli le azioni intimidatorie compiute da Diddy nei suoi confronti una volta scoperta la sua relazione con Cassie. Oltre a essersi guadagnato il titolo di snitch (in un post di Young Thug, poi cancellato), Cudi si è anche visto dare del bugiardo da parte del team legale di Combs. In particolare, gli avvocati hanno richiesto al giudice Subramanian di eliminare tutta la sezione relativa all’incendio della porsche di KC in quanto non ci sarebbero prove tangibili che il mandante dell’atto vandalico sia effettivamente Diddy.

Le dichiarazioni di Cudi sarebbero “solo opinioni” e non dovrebbe essere ammesse come prove in quanto legalmente irrilevanti e ingiustamente pregiudizievoli. Cudi ha ammesso l’assenza di testimoni, impronte digitali o prove che colleghino Diddy all’incendio doloso e Combs dal canto suo ha negato ogni legame con l’esplosione.

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Le parole di Cudi non sono le uniche che il team legale di Diddy sta cercando di cancellare: gli avvocati infatti hanno chiesto al giudice di eliminare integralmente la testimonianza della dott.ssa Dawn Hughes della settimana scorsa. Secondo Shapiro e i suoi colleghi, la psicologa forense si sarebbe spinta troppo oltre con la sua trattazione, avendo “continuamente usato le domande dei pubblici ministeri solo come spunti per iniziare dei discorsi che rapidamente si trasformavano in vere e proprie arringhe”. Shapiro ha inoltre sostenuto che Hughes avrebbe fatto riferimento a diversi termini vietati, come “violenza interpersonale” e “controllo coercitivo”, e ha persino accusato i pubblici ministeri di averla provocata per spingerla a farlo.

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