Ambiente
Cop26, 1 studente su 2 ha partecipato ai Friday For Future
I dati della partecipazione giovanile alle manifestazioni in difesa dell’ambiente
Giulia Prosperi | 11 novembre 2021

Secondo Skuola.net, su 3500 adolescenti, quasi 1 su 2 ha partecipato attivamente ai Fridays For Future dimostrando di avere a cuore l’impegno ambientale e di voler contrastare la crisi che sta invadendo il nostro pianeta.

È stata interamente dedicata ai giovani la quinta giornata della Cop26 di Glasgow, la Conferenza degli Stati Uniti sui cambiamenti climatici; ed è proprio da loro che è provenuta la stragrande maggioranza della partecipazione. Youngo, il comitato giovanile dell'Unfccc (Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) ha condotto una sessione in cui hanno dialogato i giovani leader in tema di cambiamento climatico e gli esperti, confrontandosi sull’idea di futuro. Questo evento permette di unire le ambizioni, imparare l’uno dall’altro per amplificare l’effetto dell’azione climatica. In seguito, è stato aperto uno spazio dedicato a chiunque volesse condividere la propria esperienza per stimolare l’impegno per la crisi climatica attraverso la partecipazione pubblica.

L'impegno all'estero e in Italia

Al Kelvingrove Park, il consueto sciopero del clima del venerdì di Greta Thunberg, centinaia di migliaia di giovani attivisti hanno marciato per chiedere ai capi di governo dei Paesi più potenti di intraprendere azioni concrete e tangibili contro la crisi climatica di cui ormai si parla da anni.Tutto l’impegno dimostrato in questa occasione è visibile anche nel nostro Paese: secondo una ricerca di Skuola.net su 3500 adolescenti, quasi uno su due ha partecipato attivamente ai “Fridays For Future” (“Venerdì Per Il Futuro”), mentre tanti altri si adoperano quotidianamente per adottare comportamenti sempre più eco-sostenibili.

La scuola

Nell’anno 2020/2021, con l’introduzione dell’educazione civica nelle scuole, spesso sono stati trattati temi di stampo ambientale sulla stessa scia di quelli presi in considerazione durante la Conferenza di Glasgow. Nonostante la DAD resa obbligatoria dalla pandemia, ben 6 studenti su 10 hanno affermato di aver trattato temi come l’inquinamento, le risorse rinnovabili, il risparmio energetico e l’alimentazione sostenibile in classe.

I frutti dell’educazione

L’educazione sul tema ha portato nuovi adepti alla causa ambientalista, in molti si sono convinti ad impegnarsi di più per la difesa del Pianeta proprio grazie a basi scolastiche; hanno iniziato a modificare le abitudini quotidiane o a cercare di sensibilizzare gli altri facendo, a loro volta, un’informazione sana e utile. Solo una piccola parte (il 25%) vede semplicemente il problema con occhi diversi scegliendo, almeno per il momento, di non passare dalle parole ai fatti.

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