Attualità
Lavoro, il 50% dei giovani non sa cosa farà da grande
Complice il mancato orientamento, il 57,3% dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni non ha la minima idea sul lavoro che svolgerà nel futuro
Tommaso Di Pierro | 19 giugno 2023

Cosa vuoi fare da grande? Un interrogativo piuttosto comune postoci fin da bambini, che può produrre aspettative da chi pone la domanda e può generare ansia da parte chi la riceve. Questo perché spesso non è sempre facile scegliere la proria missione lavorativa - decisione dettata da molteplici fattori, dal contesto, alla sensibilità della persona, alla congiuntura economica, ecc. - e molte volte l'indecisione regna sovrana. Indecisione che, di recente, ha contagiato più del 50% dei giovani italiani

Indagine Inapp, giovani confusi e bisognosi di sostegno per il proprio futuro

Come riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, l'Inapp, l’Istituto Nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, ha effettuato un'indagine sui servizi di orientamento su un campione di ben 3.642 giovani in età compresa tra i 15 e i 29 anni.⁠ Da quanto emerge, il 57,3% dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni non ha alcuna idea sul lavoro che svolgerà nel futuro o sulle competenze professionali che vorrà sviluppare. La percentuale supera il 50% per l’età tra i 18 e i 24 anni e si attesta al 41,2% per la fascia 25 e oltre, ossia per coloro che potrebbero essere già inseriti nel mondo del lavoro.⁠ Sono soprattutto i ragazzi ad essere più confusi, 60% contro il 55% delle ragazze, e gli inattivi, coloro che non studiano e non lavorano. La causa principale di questo fenomeno deriverebbe dalla mancanza di orientamento. Il 38,1% degli intervistati, infatti, dichiara di non aver mai usufruito dei servizi di orientamento. Tra i motivi è maggiormente registrata la percezione di un'assenza di necessità. Ma c’è anche un altro dato che desta preoccupazione, ossia che circa il 13% ne ignora completamente l’esistenza. Dunque i centri di orientamento sono sia poco conosciuti che poco frequentati. Il 19,5% dei giovani chiede quindi all’orientamento una consulenza che li aiuti a capire e definire i propri obiettivi lavorativi e formativi. Tra chi ha usufruito di tali servizi, il 66% si dichiara soddisfatto, contro un 29% che si dichiara invece insoddisfatto dell’esperienza fatta

I giovani e il lavoro, tanta voglia di mettersi in gioco

Un’ampia sezione dell’indagine è poi dedicata ai valori attribuiti dai giovani al lavoro rivelando un cambiamento di prospettiva. I giovani, infatti, intendono sempre più il lavoro come un progetto di vita e non solo come un mezzo per guadagnare denaro, mettendo al centro la qualità della vita. Non cercano più solo un lavoro e un salario, ma anche situazioni in cui possano realizzarsi tanto dal punto di vista umano che da quello professionale.

Le parole del Presidente Fadda e l'occasione di una riforma grazie al Pnrr

"Troppi ragazzi non raggiungono la consapevolezza di una identità professionale e di un ruolo nella società in grado di coniugare le proprie aspirazioni con i propri talenti e con le dinamiche del mercato del lavoro", dichiara Sebastiano Fadda, presidente dell'Inapp, "e questo impone una riflessione e una rivisitazione dell'intero sistema dei servizi di orientamento in sinergia col sistema dell'istruzione e della formazione professionale. Anche perché, nella maggior parte dei casi, si tratta di maggiorenni. Esiste un bisogno inespresso di orientamento che deve essere intercettato e soddisfatto attraverso un accompagnamento che faciliti i complicati passaggi dei giovani nelle varie tappe del loro percorso, sia esso formativo che professionale". "I giovani", continua Fadda, "avrebbero bisogno di essere accompagnati e sostenuti nella costruzione e nella realizzazione del loro progetto di vita, ma spesso i servizi si limitano a intervenire solo nei momenti della scelta dell'indirizzo di istruzione o al supporto nella ricerca di lavoro. Manca un sostegno educativo distribuito durante tutto l'arco della vita. Certo si registrano passi in avanti, il Pnrr prevede una riforma dell'orientamento, il ministero dell'Università e della Ricerca mette a disposizione dell'education circa 200 milioni per i prossimi anni, ma è necessario un ripensamento generale dell'orientamento; accompagnato da percorsi di formazione innovativi e da una destinazione più mirata delle risorse nel quadro della evoluzione dei fabbisogni professionali e formativi".

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