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Microchip nell’uomo: fantasia o futuro?
Lo scorso settembre è arrivata l’approvazione al trapianto di un microchip nel cervello umano dall’FDA, l'ente governativo statunitense per la regolamentazione dei prodotti farmaceutici. Elon Musk ha già realizzato il primo prototipo
Antonio Faiola | 9 marzo 2024

Si chiama Telepathy, ed è il primo chip impiantato nella testa di un uomo per opera di Neuralink. Il dispositivo medico ha la dimensione di un bottone, cattura i segnali legati al movimento, li elabora tramite intelligenza artificiale e li trasmette a un robot che agirà al posto del paziente paralizzato o paraplegico.

Invenzione del futuro?

“Immaginate se Stephen Hawking avesse potuto comunicare più velocemente”, scrive Elon Musk. Le applicazioni mediche sono illimitate, ma gli obiettivi del luminare sembrano molto più ambiziosi. Il microchip permetterebbe di interagire con telefoni, computer e molti altri dispositivi. Ma non finisce qui: dalla pubblicazione degli studi di Neuralink nel 2019, i fanatici hanno espresso moltissime altre teorie. A partire dalla telepatia, passando per il controllo di auto e navicelle spaziali con il pensiero, fino ad arrivare alla “Super intelligence” che permetterebbe all’Homo Sapiens di diventare Homo Deus: sembra di essere catapultati nel migliore dei film di fantascienza.

E no, non si tratta di idee così assurde. A far gola a Musk è il tema della super intelligenza: il connubio tra AI e acume umano permetterebbe di superare traguardi inimmaginabili.

O fantasia troppo rischiosa? 

Sul rovescio della medaglia, però, ci sono innumerevoli rischi da tenere in considerazione. Partendo dagli aspetti più tecnici: il chip attuale prevede 1024 elettrodi, ma per avere rilevazioni più precise il numero deve aumentare. Sarebbero necessari interventi chirurgici più estensivi e pericolosi. Inoltre, la sperimentazione sugli animali, tenuta sorprendentemente velata, non rincuora molto. In diversi maiali è stato impiantato un chip della “taglia” sbagliata, mentre quello di una scimmia si è spezzato, causando sofferenza e un’infezione fatale.

Il paziente n. 1, oggi, è vivo e vegeto. Tuttavia, bisogna continuare a monitorare attentamente le sue condizioni. Come se non bastasse, a rallentare l’ascesa della nuova azienda di Musk è la scorrettezza dell’uomo: contemporaneamente alla diffusione delle prime notizie riguardanti il microchip cerebrale, equipe di ladri informatici cominciavano già a elaborare un modo per decodificare le preziosissime informazioni contenute nei database di Neuralink. Se ci riuscissero, persino i nostri pensieri sarebbero in pericolo.

Gli storici considerano la nostra epoca una quarta rivoluzione industriale. L’intelligenza artificiale si è fatta strada nelle nostre vite, affascinandoci e spaventandoci allo stesso tempo. Allo stato attuale non è possibile esprimersi con convinzione riguardo l’utilizzo di uno strumento così misterioso sulle nostre menti. Sorgono migliaia di dubbi, che solo il tempo potrà saziare.

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