Cinema e Teatro
La rivoluzione di Arancia Meccanica a 50 anni di distanza
Il film rimane letteralmente ‘appiccicato addosso’; impresso in maniera indelebile, perché, come soltanto una vera opera d’arte è in grado di fare, Arancia Meccanica parla a tutti, adottando differenti livelli di comunicazione
Matilda Verole | 7 settembre 2021

50 anni fa New York assisteva alla prima di una delle opere filmiche meglio riuscite in tutta la storia del cinema: “Arancia Meccanica” di Kubrick. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Burgess del 1962, è un'opera che spaventa e lascia molto riflettere. Il tema principale è sicuramente la violenza, che in Arancia Meccanica viene totalmente esplicitata, in realtà come specchio del suo opposto (cioè l’antiviolenza), e per poter colpire le coscienze degli spettatori.

Le reazioni

Alla prima venne accolto dal pubblico con svenimenti in sala e applausi un po’ incerti; venne descritto dalla critica con una serie di aggettivi banali, accompagnati da moltissime proteste, addirittura denunce e sequestri di copie. L’accoglienza fu talmente al di sotto delle aspettative da indurre Kubrick in una profonda crisi e a rimandarne l’uscita nel resto del mondo. Ma coloro che hanno criticato l’opera di Kubrick, accusandola di alimentare la violenza, non hanno mai compreso che criticare la violenza mostrata nel film significa negarne l’esistenza. All’uscita del film infatti si registrarono numerosi casi di emulazione da parte di molti adolescenti dell’epoca; quello che una certa fetta di critica, e di pubblico, non capì è che questo non fece altro che esaltarne ancora di più il messaggio, cioè che il male è dentro ciascuno di noitutto sta nella nostra capacità, e volontà, di saperlo arginare.  Quelli che criticano la messa in scena della violenza nel film molto probabilmente non sono altro che impauriti dall’effetto che essa possa avere su di loro.

Il protagonista e il titolo

Alex, il protagonista, è un personaggio estremamente controverso, si è detto che sia un individuo incapace di scindere il bene dal male, ma a mio parere questo non è del tutto corretto… Alex capisce e apprezza la bellezza, ama la musica, in particolare Beethoven, è dotato di spiccata intelligenza e cultura, di conseguenza mi è difficile pensare che non sia in grado di distinguere bene e male, penso invece che non gli interessi la positività o negatività di un’azione, ma che scelga deliberatamente la violenza, per puro piacere, senza nessun secondo fine materialistico, come invece fanno i suoi ‘drughi’ o compagni, rappresentando l’uomo in un suo stato di natura, ignorante di regole, leggi e contesti sociali, ovviamente esasperato al fine da incarnare il male assoluto, in modo da evidenziare poi la successiva azione del governo. A un certo punto del film infatti i ruoli si invertono e il carnefice, Alex, diventa vittima di questo stesso sistema che pone le basi sulla violenza, iniziandoci a un tema, che oggi devo riconoscere molto attuale, che è quello della privazione della libertà da parte dello stato; che ne forza la sua redenzione, in maniera profondamente immorale, anche ai danni di un mostro come il protagonista. Questo diventa un altro punto fondamentale del film: un uomo deve cambiare da solo e deve avere diritto di migliorare quanto di sbagliare, non gli si può imporre il cambiamento con la forza. Il titolo nasce proprio da questo; Alex smette di essere uomo per diventare altro: un’arancia meccanica, espressione inventata dall’autore del romanzo originale presa da un modo di dire tipicamente londinese che sta a indicare una persona che agisce meccanicamente, azionata da qualcuno o qualcosa, come fosse un giocattolo, senza più libero arbitrio.

Tutto perfettamente pensato e misurato

L’operazione di Kubrick in questo è straordinaria, spinge lo spettatore a provare pietà per un individuo che nella vita reale non ne avrebbe ricevuto da nessuno.In questo capolavoro tutto è perfettamente pensato e misurato: i colori, le inquadrature e la colonna sonora lo rendono un'opera visivamente magnifica, aggressiva, riflessiva ed ipnotica. Il montaggio è talmente frenetico da ricordare il cinema muto; c’è un fortissimo richiamo al tema post-romantico del ‘sublime’ (ovvero, in parole molto povere, il ‘terribile’ che ci affascina); l’utilizzo della musica classica, che assume una grandissima importanza nel film, usata per commentare l’infimo della violenza, si sposa perfettamente con l’estetica visionaria e fortemente espressionista di Kubrick.

Rivoluzione

Il film rimane letteralmente ‘appiccicato addosso’; impresso in maniera indelebile, perché, come soltanto una vera opera d’arte è in grado di fare, Arancia Meccanica parla a tutti, adottando differenti livelli di comunicazione. É un film che ha segnato una vera e propria rivoluzione, sia sociale che cinematografica. È veramente difficile riassumere l’importanza di questo capolavoro e approfondire tutti i temi che affronta; soprattutto evitando riferimenti specifici perché non voglio ovviamente fare spoiler alle poche persone che ancora non hanno avuto occasione di vederlo. Anzi, in occasione di questa ricorrenza molti cinema in questi giorni stanno riproponendo quest’opera nelle loro sale; quindi il mio consiglio e invito di oggi è quello di andare al cinema della vostra città e godervi un piccolo pezzo di storia del cinema.

 

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