Musica
“Virginio, Finalmente, Ovunque”
Non stiamo parlando di missioni volte alla conquista del mondo, ma del nuovo album di Virginio, vincitore di Amici 2011, in uscita con il suo terzo disco.
Chiara Colasanti | 2 April 2012

Fino allo scorso anno vi sareste ricordati di Virginio probabilmente solo se foste stati appassionati del Festival di Sanremo: nel 2006 con la sua Davvero conquista il palco dell’Ariston ma poi, per cinque anni, scompare dalle scene. Lo scorso anno partecipa ad Amici ed è il successo: vince nella sezione canto e da quel momento in poi non si è più fermato: premi, riconoscimenti, videoclip con milioni di visualizzazioni su Youtube, raduni del fanclub e, soprattutto, tantissimi passaggi in radio. Il 26 marzo è uscito Ovunque, il suo nuovo album: gli abbiamo fatto qualche domanda per capire cosa si aspetta da questa sua ultima fatica.
Da Davvero ad Amici sono passati cinque anni: cosa è successo in quel periodo? Com’è cambiato lo stile di Virginio, da cosa è stato “contaminato” e di cosa si è arricchito?
«Guarda, sono cambiate tantissime cose sia a livello vocale che personale, come è ovvio e normale che sia: probabilmente questo disco, molto più di altri, mi rappresenta adesso, in questo momento. Arriva per ultimo, ma arriva per bene, diciamo, dopo un percorso in studio fatto da musicista, tra virgolette... anzi, senza le virgolette, dai! (ride) Mi rappresenta molto: io sono un po’ l’artigiano che plasma la sua materia».
Ti trovi meglio nelle vesti di autore (ha scritto per Paola e Chiara), di interprete (ha cantato una canzone scritta da Kekko dei Modà) o di cantautore (Davvero l’ha scritta lui)?
«Diciamo che mi piacciono tutte e tre le cose: per fortuna posso dire di averle fatte tutte, ho potuto provare i vari tipi di esperienza, però non riuscirei a prescindere dall’una o dall’altra».
Come descriveresti questo nuovo album e che storia c’è dietro ad Alice (Elis). Perché l’hai scelta scelta come singolo “apripista”?
«L’ho scelta proprio perché volevo che si sentisse questa evoluzione, questo cambiamento... quest’altra parte di me. Sicuramente prima faceva fatica a venir fuori, ma come accade spesso! Però volevo che fosse rappresentativa di questo disco che ha molte sfaccettature in più: più che un’evoluzione è un completamento, diciamo!».
Com’è stato collaborare con nomi del calibro di Bungaro, Casalino, Agliardi e Saverio Grandi?
«È stata una ficata! Loro sono persone molto diverse e hanno un bagaglio culturale e di esperienze, logicamente, molto ampio, molto differente. Lì mi sono detto: “Impara quanto più possibile!”. È stato molto divertente anche perché sono riusciti a rappresentare in un determinato modo alcuni aspetti della mia personalità, quindi è stato bello poterli avere nel disco e poter parlare attraverso le loro parole!».
Da Virginio a Ovunque passando per Finalmente... una predilezione per gli avverbi a quanto pare?
«Ma perché tu non hai messo uno dietro l’altro i titoli dei dischi! “Virginio Finalmente Ovunque”: era tutto un piano premeditato! In realtà è stato assolutamente un caso! Poi in un certo senso mi piace anche: fa parte del mio linguaggio usare molti avverbi! È stato un caso semplicemente perché sono andato per concetti, più che per parole: mi è sembrato che Ovunque identificasse tante cose di questo momento e per questo l’ho scelto».
C'è una canzone che ti piace particolarmente fare live? Tra i sogni e progetti per il futuro prossimo c’è anche un tour?
«Il progetto del tour sicuramente c’è! Mah... credo che poi i brani che mi piace fare di più live sono quelli di “più ampio respiro” logicamente! Hai davanti le persone e ti viene un po’ da “giocare” sul palco, nonostante non sembri... però è così! Per questo disco sarà sicuramente diverso dall’altro perché ha molti più pezzi ritmati».
Com’è il rapporto con i tuoi fan?
«Per fortuna in questo senso ci aiutano i social network: da Twitter a Facebook e Youtube quello è un modo per essere quotidianamente in contatto con loro! Devo dire che il pubblico di chi ha intrapreso la strada del talent show è molto più presente: si aspetta che tu condivida con loro quello che vivi. Hai la voglia e la necessità di essere più presente tu, visto che loro sono così presenti per te: l'anno scorso ho fatto anche un raduno con loro, sono parte integrante della mia quotidianità e mi aiutano nei momenti di difficoltà! Loro ti conoscono veramente a fondo e sanno capire quando stai male, quando non stai benissimo, quando hai bisogno di quella parola in più, di quell’affetto... sembra assurdo ma è così!».
Hai partecipato sia al Festival di Sanremo da giovane emergente che ad Amici. Un bilancio delle due esperienze e una tua opinione sui talent show in generale?
«Probabilmente i tempi cambiano, quindi dobbiamo essere un po’ consapevoli del periodo in cui viviamo: prima c’era una cosa, adesso ce n’è un’altra, di conseguenza bisogna “buttarsi” un po’ e capire quale sia la strada per te, quale possa essere la tua opportunità! Per me è stato il talent show!».
C’è una domanda che avresti voluto sempre sentirti fare e che nessuno ti ha (ancora!) posto?
«“Come stai?”».
Come stai?
«Bene! (ride)».

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