Scienza
Intelligenza artificiale, la stai usando male!
Gli errori e i pericoli più comuni legati all’intelligenza artificiale
Graziana Di Gregorio e Alessandro Nuzzi | 2 aprile 2024

Il dibattito sull’Intelligenza Artificiale non può essere ridotto allo sterile “è pericolosa” vs “è utile” perché, come tutte le tecnologie, può avere un utilizzo corretto e vantaggioso e uno dannoso e pericoloso. E quindi il dibattito deve necessariamente diventare: “Come fare a utilizzarla nel migliore dei modi?”.

Il suo impatto sul mondo della comunicazione può essere paragonato all’introduzione del digitale nelle redazioni oltre 10 anni fa: I giornali vennero trasformati in fabbriche sforna-url, e ciò portò all’avvento del fenomeno del clickbait, alla perdita di qualità dei contenuti e alla diffusione di titoli acchiappa click. È esattamente ciò che dobbiamo evitare di fare con l’Intelligenza Artificiale.
Restando nell’ambito del giornalismo, un caso di “Alert, lo stai usando male!” riguarda il dj serbo Nebojša, che acquista quotidianamente vecchi siti (ad oggi oltre 2.000), resuscitandoli e colmandoli di articoli generati dall'AI, come per esempio Hairpin. Nebojša è stato attratto dall’ottimo posizionamento dell’originale Hairpin (che appunto, essendo di qualità, era molto linkato da altri siti) e così ne comprò il dominio che ormai era scaduto. Nel futuro dei siti, infatti, dovremo porci il problema dell’eredità dei domini, visti i pescecani pronti ad appropriarsi di domini con un passato illustre.

Questo è solo uno dei pericoli da cui dovremo e dobbiamo tutelarci con l’avvento dell’AI. A chi non è capitato di chiedere a Chat GPT un programma di allenamento e alimentazione, la programmazione di un viaggio o la risoluzione di compiti e interrogazioni, per poi costatare che l’esito non corrispondeva all’aspettativa che avevamo?
Se è vero che con il tempo affinerà e migliorerà le proprie prestazioni, è però innegabile che lo spirito critico e il confronto con gli esperti resta imprescindibile per usare al meglio un motore di ricerca efficiente ma comunque disumanizzato e disumanizzante. E qui torna utile l’esempio dell’avvento del digitale nell’informazione: sarebbe un’eresia rinunciare all’informazione online, alla sua efficienza, libertà, velocità, possibilità di confronto, solo perché il fenomeno del clickbait ci spaventa. Renderla nostra alleata e umanizzarla con spirito critico è l’unico strumento che abbiamo per non usarla male.

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