Scuola
"Scuola senza quadrimestre": al via la sperimentazione
La valutazione di metà anno è sempre meno promossa dalle scuole italiane
Tommaso Di Pierro | 6 ottobre 2023

È partita in diversi licei, istituti professionali e medie la sperimentazione della "scuola senza quadrimestre". L'idea, lanciata da alcuni dirigenti scolastici dell'Emilia Romagna, prevede una scuola "no stop", che valuti l'intero percorso di apprendimento dello studente, considerando i progressi anche dal punto di vista comportamentale. Vediamo di cosa si tratta.

Una scuola contro lo stress e il giudizio 

Come riportato dal Corriere della Sera, diversi presidi che hanno deciso di sperimentare il "liceo senza quadrimestre", stanno provando a immaginare una scuola che non trasformi la valutazione in giudizio, e che riduca lo stress a cui sono sottoposti i ragazzi. Simona Favari, dirigente del polo scolastico Volta di Piacenza, spiega in cosa consiste questa assolutà novità per la scuola italiana: "Come periodo di tempo per la valutazione consideriamo l’anno intero. Alla fine dell’anno scolastico, a giugno, decidiamo se lo studente ha raggiunto i livelli per passare alla classe successiva. Così i docenti hanno più tempo per osservare il processo di apprendimento, e costruire una serie di evidenze per capire come lo studente è evoluto. Attenzione, questo significa anche non valutare più solo sul contenuto, ma osservare quotidianamente come lo studente si approccia agli oggetti del sapere, come sa reperire le informazioni, contribuire ad una discussione collettiva, collaborare, come ha consapevolezza di sé, dei suoi limiti, delle sue potenzialità, come si pone di fronte ai problemi generali della vita. Bisogna rilevare altri tipi di competenze e, nel momento in cui dichiaro che le valuterò, spingo lo studente a sollecitarle".

Le criticità 

Possibili problematiche? "Certo che trattandosi di un sistema nuovo ha bisogno di aggiustamenti e miglioramenti, ma stiamo lavorando insieme alla società che gestisce il nostro registro elettronico, in modo da essere in grado di documentare questo percorso, usando dei descrittori, che stanno realizzando alcuni docenti votati alla sperimentazione e alla ricerca". Quello che fa la differenza è sempre come l’insegnante interpreta qualunque strumento gli si metta a disposizione: la nostra è una professione con alto margine di discrezionalità - conclude la dirigente - Ma stiamo provando a creare uno strumento comune: quello che è evidente è che il vecchio sistema non è più adatto, non possiamo più solo certificare se studiano o no, altrimenti li perdiamo".

L'obiezione più grande viene dai genitori, preoccupati di non sapere di volta in volta l'andamento scolastico dei figli, ma, come spiega Marco Ferrari, preside del liceo Malpighi di Bologna: "La scuola non va in vacanza, ci saranno sempre i colloqui coi docenti e col coordinatore di classe che permetteranno a tutti di sapere come stanno andando gli studenti. Sappiamo che è una sperimentazione coraggiosa, ma come quella coi cellulari, che proseguiremo: e alla fine valuteremo insieme com’è andata".

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