Attualità
Dalla teoria alla pratica
Il racconto di questo primo mese di scuola tra entrate scaglionate, DaD, isolamenti fiduciari e… muri abbattuti
Elisa Ortuso | 5 ottobre 2020

“Dalle prime valutazione risulta che la scuola non ha avuto un impatto sull’aumento dei contagi”, “Il sistema scolastico sta reggendo e sta reggendo perché sono stati fatti tanti sacrifici”, “Il problema non è la scuola, ma ciò che avviene fuori” sono queste alcune delle dichiarazioni rilasciate dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina dopo circa un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico. La scuola è infatti ripartita, seppur non con le stesse modalità per tutti e con uno scetticismo generale dovuto alla paura di nuove chiusure come è accaduto il marzo scorso. Benché l’andamento dell’epidemia di Covid-19 non vada migliorando, i primi dati sul rientro degli studenti a scuola fanno ben sperare: “Gli studenti risultati positivi nelle prime due settimane di frequenza in classe sarebbero 1.492, lo 0,021% del totale - spiega la Ministra - Il personale docente colpito dal Covid-19 ammonta a 349 persone (0,047%), mentre sono 116 i contagiati tra il personale non docente (0,059%)”. Dunque secondo il nostro Governo la situazione delle scuole è del tutto sotto controllo. Ma, al di là della teoria, cosa sta accadendo realmente negli istituti? Abbiamo chiesto ai veri protagonisti della scuola di raccontarci le esperienze pratiche: c’è chi ha iniziato in ritardo per la mancanza di banchi, chi ha un orario decurtato e chi ha già dovuto fare i conti con tamponi e isolamenti fiduciari. Queste alcune testimonianze che abbiamo raccolto.

 

LAZIO

 

Eleonora, 13 anni

Il primo giorno di scuola, la mia classe è stata divisa in due gruppi, uno da 13 e uno da 14 ragazzi, ma già dal secondo giorno è stato abbattuto un muro che ci ha permesso di riunire la classe in un’aula più grande. A scuola entriamo a turni: le prime medie alle 8.00, le seconde alle 9.00 e le terze alle 10.00, mantenendo le dovute distanze, indossando la mascherina e disinfettando le mani. All’interno dell’istituto sono state disposte delle indicazioni per permettere a tutti di muoversi in piena sicurezza e solo una volta che siamo seduti al banco possiamo levarci la mascherina. Durante la ricreazione possono andare al bagno un maschio e una femmina per volta ed è compito del docente scrivere sul registro il nome dello studente e l’ora in cui esce dalla classe. Il contatto tra noi ragazzi è praticamente inesistente, non possiamo scambiarci la merenda con i compagni e nemmeno prestarci matite o quant’altro. Al momento stiamo nuovamente svolgendo la DaD perché un nostro compagno è risultato positivo al virus, tuttavia non sappiamo ancora se anche noi dovremo fare il tampone.

SARDEGNA

 

Gianni, 18 anni

Frequento l’ultimo anno di liceo classico e al momento noi studenti alterniamo la didattica in presenza con la DaD su decisione del Consiglio d’Istituto poiché la Provincia non ha ancora provveduto a mandare i banchi per tutti. Nel primo mese di scuola, le classi seconde e terze hanno fatto lezione in presenza per le prime due settimane, mentre i quarti e i quinti seguivano da remoto; viceversa durante le ultime due settimane del mese. La decisione di adottare questo sistema è stata presa per non dividere il gruppo classe: o tutti a scuola o tutti a casa. Il nostro primo giorno di scuola l’ho seguito da casa ed è stato tristissimo perché oltre a non essere a scuola fisicamente non funzionava nemmeno la linea internet dell’istituto e quindi non siamo riusciti a vederci nemmeno da remoto. Lunedì 5 ottobre siamo finalmente tornati a scuola ed è stata un’emozione incredibile, non ci pesava mantenere le distanze e le regole perché eravamo tutti insieme e quello valeva più di tutto. Devo dire che la nostra scuola è ben organizzata: ci sono due turni di ingresso, dispenser di igienizzante ovunque, cartelli e indicazioni per spostarsi in totale sicurezza.

EMILIA ROMAGNA

 

Francesco, 18 anni

Abbiamo iniziato la scuola regolarmente il 14 settembre; la prima settimana l’orario era dimezzato poi siamo passati a un orario provvisorio, con le ore da 50 minuti, che manteniamo tutt’ora. A breve dovremmo passare a un orario definitivo con le ore da 60 minuti. Le lezioni sono tutte in presenza, momentaneamente nessuna classe sta effettuando la DaD anche se in due sezioni ci sono dei casi positivi e perciò i ragazzi si trovano al momento in quarantena.

UMBRIA

 

Martina, 17 anni

La nostra scuola ha tentato di ricreare il più possibile una situazione di normalità: a differenza di altri istituti siamo rientrati a scuola il 15 settembre come gli altri anni. Le prime due settimane abbiamo fatto un orario ridotto di sole quattro ore sia perché alcune cattedre non erano ancora state assegnate sia perché alcuni professori sono dei soggetti a rischio e quindi non potevano partecipare alle lezioni in presenza. Nella nostra scuola è stata disposta un’aula in cui alcuni ragazzi di classi campione ogni giorno vanno a fare la DaD. In questo modo siamo tutti uniti e il gruppo classe non è diviso metà a casa e metà a scuola. Inoltre l’istituto ha messo a disposizione dei computer per gli studenti ma non è riuscito a risolvere i problemi della linea internet che c’erano già ai tempi del lockdown. Nel nostro liceo classico non abbiamo casi di Covid-19 ma negli istituti vicino ci sono dei casi positivi. In linea generale la nostra scuola è abbastanza organizzata: ci sono i banchi, tutti adeguatamente distanziati, e dobbiamo mantenere obbligatoriamente la mascherina in aula.

ABRUZZO

 

Giorgia, 18 anni

Un giorno prima dell’inizio delle attività didattiche siamo stati convocati a scuola per assistere a una riunione durante la quale ci hanno spiegato tutte le norme che avremmo dovuto seguire durante l’anno scolastico: utilizzare la mascherina anche mentre si è seduti al banco, mantenere il distanziamento, lasciare le finestre sempre aperte, misurare la febbre ogni mattina. Le classi accedono all’edificio da entrate differenti ma l’orario delle lezioni non è variato. Noi studenti non siamo stati obbligati a fare i tamponi, mentre i professori hanno dovuto fare il sierologico prima di rientrare a scuola. Ad oggi non abbiamo ancora effettuato la didattica a distanza ma se ce ne fosse bisogno la reintrodurremo.

SICILIA

 

Giuseppe Simone, 17 anni

Questo primo mese di scuola è stato molto confuso e non abbiamo potuto svolgere l’orario completo a causa della mancanza di numerosi docenti. La scuola sta fornendo a noi studenti dei kit didattici tra cui computer e libri, ma c’è qualche difficoltà nella gestione degli spazi: essendo una struttura piuttosto piccola, è difficile gestire tutto e alcune classi sono state spostate in altri istituti per la mancanza di spazio. Ad oggi continuano a mancare molti professori e i banchi singoli, di cui siamo in attesa.

Commenti