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Violenza psicologica, cos'è e a cosa porta
La violenza psicologica in Italia è maggiormente diffusa tra le giovani donne, tra i 16 e 24 anni, per 35%. È fondamentale riconoscerla per non cadere nei suoi pericoli
Martina Campera | 2 aprile 2021

La violenza psicologica in Italia è maggiormente diffusa tra le giovani donne, tra i 16 e 24 anni, per 35%. Consiste in un insieme di atteggiamenti, parole, intimidazioni, utilizzati allo scopo di screditare un’altra persona, la sua dignità e il suo modo di essere in maniera tale da renderla insicura e poterla manipolare. Spesso non viene riconosciuta dalla vittima perché la si ricollega ad atti intimidatori e talvolta rivolti alla persona, ma non sempre è così. A volte ci sono atti di violenza indiretta come il rompere degli oggetti o maltrattare animali: sono tutti comportamenti che vanno ad intimorire l’altro mostrando il proprio potere.

Le fasi

La maggior parte delle volte invece avviene nei confronti della vittima. Il carnefice non dà nessuna importanza alle ambizioni dell’altra persona, le sminuisce. Attuando una gelosia ossessiva, prende lui tutto il controllo e invadendo la privacy. Si ha poi la fase delle accuse, ad esempio si negano fatti realmente accaduti o si fanno accuse di pazzia, destabilizzando così la vittima. Infine abbiamo l’isolamento, dove la vittima viene ignorata del tutto e le viene inoltre impedito di aver a che fare con altre persone al di fuori del maltrattatore.

Le conseguenza

Le conseguenze di questo maltrattamento sono varie, come ad esempio il sentirsi sbagliati, impotenti e senza più un’identità e moralità. Può causare disturbi del sonno, d’ansia o persino di depressione.

La storia di Valeria Graci

Valeria Graci, donna vittima di violenza psicologia ha deciso testimoniare con il racconto della sua esperienza il 21 novembre al programma “Verissimo”. L’intervista inizia con un’immagine pubblicata da lei stessa sui social, che mostra l’atto che l'ha portata a capire che si trovava in una situazione di pericolo: un’azione di violenza indiretta ovvero la rottura del suo cellulare da parte del partner. Può sembrare un atto insignificante e non violento, che capita a tantissime donne eppure, come sottolinea Valeria, da non sottovalutare. Nel suo caso, i problemi con il partner sono arrivati con la non accettazione della fine di questa storia e il non accettare che lei potesse procedere con la sua vita con altre persone. Come fare a capire il limite? Quando i litigi non sono più costruttivi ma diventano denigratori nei confronti dell’altra persona rendendola impotente, lì arriva il momento di chiedere aiuto, di denunciare. Non è necessario arrivare alla violenza fisica perché certe frasi mostrano già qualcosa di malsano. Valeria Graci ha affrontato la paura dell’insicurezza, nonostante sia sempre stata una donna forte e indipendente, per alcuni anni ha dovuto vivere con i suoi genitori che però l’hanno aiutata e l’hanno fatta sentire al sicuro più che mai. Ad oggi Valeria fa un appello alle donne dicendo di aver fiducia in se stesse dato hanno delle enormi risorse e che se si sta attraversando un momento di difficoltà, prima o poi passerà.  

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