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“Credevo nella donna emancipata”, il racconto di una donna che che sognava di diventare libera
Nonna Rossana sognava di diventare una donna libera e istruita e ci è riuscita. Ma oggi vede la condizione delle donne in peggioramento
Viola Romanelli | 2 marzo 2024

Nonna Rossana ha 71 anni e, cresciuta guardando sua madre sottomessa al marito, ha accresciuto il desiderio di emancipazione delle donne.

Quando eri giovane, sentivi parlare di femminismo?
Certo, quelli erano gli anni della contestazione di un mondo che i giovani volevano cambiare in tutti gli ambiti, quindi anche il ruolo della donna che era messa in secondo piano rispetto all’uomo. L’effetto del patriarcato era evidente all’interno della famiglia.

Che donna volevi essere?
Io credevo nella donna emancipata, intelligente e istruita, anche se al tempo gli sbocchi lavorativi per le donne erano limitati. Personalmente sono stata felice di diventare un’insegnante e non mi sono mai sentita oppressa; sono tuttavia sicura che altre donne con ambizioni diverse si sono sentite svantaggiate rispetto agli uomini.

Quanto eri libera da giovane?
Io ero sostanzialmente libera di fare tutto ciò che volevo. Sono sempre andata a scuola, mi vestivo come volevo e non avevo alcun problema ad andare fuori la sera anche da sola. All’epoca c’erano molte meno preoccupazioni per la sicurezza della donna, non si sentiva molto parlare di stupri, molestie e violenze continue contro le donne. Quindi mi sono sentita molto più libera di quanto mi sentirei se fossi una giovane oggi.

Che tipo di rapporto c’era tra uomini e donne all’epoca?
Mia madre era chiaramente sottomessa a mio padre. Nella mia generazione invece la donna era corteggiata, rispettata e il rapporto fra uomo e donna era molto romantico e fiabesco, assolutamente non volgare, nessun approccio molesto, aggressivo e nessuna svalutazione.

Noti qualche cambiamento positivo nel rapporto uomo e donna oggi?
Onestamente penso che solo in ambito lavorativo si sia ridotta la discriminazione nei confronti delle donne. Per il resto noto in realtà un grande peggioramento. Il rapporto uomo - donna è diventato volgare e l’oggettificazione della donna la percepisco molto più ora che negli anni ‘70. Anche solo ascoltando i testi delle canzoni si nota una chiara differenza.

Mi spieghi meglio il tuo punto di vista sulla sessualizzazione della donna?
Allora non c’era nessun tipo di ossessione nei confronti della ricerca della bellezza. Ora noto invece come molte donne si ritrovino a dover fare cambiamenti drastici nel loro aspetto per sentirsi accettate dalla società che le svaluterebbe se restassero come sono. Ora si tende a giudicare troppo la donna in base al solo aspetto fisico, senza valutare le altre qualità.

Un’ultima domanda, nonna. Che valori hai cercato di trasmettere a tua figlia?
Avendo vissuto in una famiglia dove la donna era sottomessa e denigrata, mi sono ripromessa di creare nella mia famiglia un ambiente sano e rispettoso di tutti, indipendentemente dal sesso. Ho sempre dimostrato a mia figlia che i carichi familiari possono essere divisi equamente fra uomo e donna e che in nessun ambito questa deve essere svalutata. Sono molto felice di vedere che questi ideali si siano trasmessi al resto della famiglia.

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