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Gli inferi nelle mitologie antiche
Le visioni "d'Inferno" attraverso le differenti mitologie
Dario Spadafora | 27 febbraio 2023

Siamo abituati a pensare agli inferi secondo la visione cristiana, descritta nella Bibbia e nella Divina Commedia. Tuttavia, già nelle mitologie più antiche, esisteva il concetto di inferi come luogo punitivo per le anime che avevano peccato durante la loro vita terrena o che non erano riuscite a raggiungere la gloria eterna. Nonostante molte mitologie siano parecchio distanti tra loro, sia in termini di tempo che in termini di distanza, vi sono alcuni elementi che si ripetono: il più evidente è sicuramente la struttura divisa in livelli, in modo da punire in maniera esponenziale tutti i peccati dal meno grave al più grave.

Gli inferi nella mitologia norrena

Nella mitologia norrena il concetto cristiano di "Inferno" è rappresentato dal "Niflheimr", la terra delle nebbie e del ghiaccio, abitata dagli Hrímþursar, i giganti di brina, l’ultimo dei nove mondi, governato dalla dea Hel, figlia di Loki. Tale regno è attraversato dal fiumi ghiacciato Élivágar che ha origine dal pozzo di Hvergelmir, da cui nascono tutti i fiumi. L’incontro tra il gelido vento del Niflheimr e il caldo di Múspellheimr, la terra del fuoco governata dal gigante Surtr, colmarono il vuoto del Ginnungagap: da una parte si riempì di blocchi di ghiaccio, dall’altra di materia incandescente, al centro il clima era mite. In quel punto il vento caldo di Múspellheimr e il vapore gelato di Niflheimr si incontrarono dando origine alla vita che prese la forma di un gigante: Ymir, il mormorante. Il Niflheimr rappresenta dunque il posto dedicato alle anime non degne di entrare nel Valhalla, riservato solo alle anime dei valorosi guerrieri morti gloriosamente in battaglia, ed è diviso in diversi livelli: uno di essi è riservato agli anziani, ai malati e a tutti coloro cui era impossibilitato morire in battaglia. Il livello più basso è il Náströnd, il bordo dei cadaveri, dove sorge un castello pieno del veleno dei serpenti. In questa fortezza assassini, feriti e adulteri soffrono indicibili tormenti da parte del drago Níðhǫggr, il quale risucchia il sangue dai loro corpi.

Gli inferi nella mitologia greca

Nel caso della mitologia greca non esistono singolarmente l’inferno e il paradiso, ma si trovano entrambi sotto il nome di "Ade", che rappresenta l’intero aldilà. Qui arrivavano tutte le anime dei defunti che venivano portate in diversi luoghi in baso a ciò che fecero durante la loro vita. Attraverso l’Ade passano cinque fiumi: lo Stige, un fiume le cui acque hanno il potere di donare l’immortalità: secondo il mito, infatti, è qui che Teti immerse il figlio Achille per renderlo pari agli dèi; l’Acheronte, il fiume del dolore, attraverso il quale Caronte, il traghettatore infernale, porta le anime dei morti; il Cocito, un immenso fiume di ghiaccio che delimita il confine tra il regno dei vivi e quello dei morti; il Flegetonte, il fiume del fuoco, nel quale, secondo Platone, sono immersi, come punizione, i parricidi e i matricidi; e infine il Lete, il fiume dell’oblio, il fiume che attraversa i Campi Elisi. Tre sono i principali luoghi dell’Ade. I prati di asfodelo, il luogo in cui risiedono eternamente la maggior parte delle anime dei defunti, dove conducono un'esistenza inconsistente e senza oggetto. Queste sono le anime di coloro che non hanno commesso né crimini né gesta eroiche. I Campi Elisi, dove dimoravano dopo la morte le anime di coloro che erano giudicati buoni dai tre giudici delle anime: Minosse, Radamante ed Eaco. Un quarto giudice, Trittolemo, è tramandato in seguito. Infine il Tartaro, il punto più profondo degli inferi, un luogo punitivo per eroi e dei che avevano infranto le leggi divine.

Gli inferi nella mitologia cinese

Il reame dei morti nella mitologia cinese è situato in una montagna, la Fengdu, ed è costituito dal Diyu, un labirinto di stanze, ognuna con l’obbiettivo di giudicare un diverso tipo di peccato. Tale regno è governato da Yan Luo Wang, il Re degli Inferi. L'inferno cinese è suddiviso in più strati e rispecchia la visione in classi della società cinese, che si regge sul principio di giudici che governano in modo retto e terribile. A governare ognuno di questi strati vi sono numerosi Dei; tuttavia, il numero dei livelli non è certo: si parte da 3-4 livelli ed in alcune leggende si arriva perfino a 18. Similmente all’inferno cristiano le anime sono tormentate dai demoni. La particolarità degli inferi cinesi è rappresentata dal tempo passato dalle anime all’interno di essi; la condizione infernale, infatti, non è permanente e le preghiere dei vivi possono aiutare i morti a passare i vari stadi di purificazione e liberarsi. Espiati i propri peccati, all'anima viene data la Coppa dell'Oblio da Meng Po, un'anziana signora che accompagna le anime negli inferi. L'anima viene quindi rispedita nel mondo dei vivi per una nuova reincarnazione, dove vivrà nuovamente per dimostrare di perseguire la Via del Tao (la virtù), giungere alla perfezione e divenire immortale.

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