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Interviste immaginarie, alla scoperta della donna nell'arte con Zai.net
Un'immaginaria serie di interviste realizzata dalle studentesse e dagli studenti della 4CL del Liceo Leonardo Da Vinci di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, che hanno interrogato alcuni celebri quadri tratti dalle Collezioni Comunali d'Arte di Bologna.
Chiara Canfora, Wissal Daraoui, Arianna De Maria, Alessandra Di Mauro, Elisa Stanzani | 6 giugno 2022

Intervistatrice: Salve e benvenuti In questa nuova, intervista flash! Oggi interrogheremo un paio di celebri quadri tratti dalle Collezioni Comunali d'Arte di Bologna, per scoprire i segreti nascosti dietro la loro creazione. Iniziamo con il Gonfaloniere. Piacere di conoscerla. Ci può dire qualcosa riguardo la sua pittrice, Artemisia Gentileschi?

Gonfaloniere: Piacere di conoscerla, il nome di chi mi dipinse fu Artemisia Lomi Gentileschi, nata il giorno 8 luglio 1593. Purtroppo, la fama della mia creatrice non fu subito derivata dalla sua bravura, bensì dallo scandalo di cui si ritrovò protagonista: un compagno di lavoro del suo caro padre Orazio si approfittò del suo corpo, e l'unico provvedimento che fu preso per sistemare la situazione fu un matrimonio riparatore che, in fin dei conti, non risolse proprio nulla nell'anima della povera fanciulla Artemisia. Follia!

Ella era donna perfetta, l'emblema dell'arte riformata: sempre descritta come il perfetto equilibrio tra la bellezza e la sconcezza, l'ideale dell'arte precorritrice del Barocco, non ancora del tutto pronta ad allontanarsi dal Rinascimento.
Vorrei ordunque cogliere questa occasione per rendere le mie grazie alla talentuosissima pittrice che mi diede vita, e che avrebbe meritato un successo molto maggiore rispetto a quello che ricevette.

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Intervistatrice: Grazie mille, Signor Gonfaloniere. Passiamo alla nostra prossima ospite, Ippolita. Potrebbe rivelarci il significato nascosto dei dettagli che la caratterizzano?

Ippolita: Salve a lei, come ha detto io sono Ippolita Obizzi, o almeno così si va dicendo da molti secoli. Si dice che a rappresentarmi fu Benedetto Gennari, un pittore che visse tra il 1633 e il 1715 a cui dimostrai sempre grande rispetto. Il caro Gennari mi disegnò poco prima delle nozze, infatti il dipinto mi raffigura come una donna pura, casta e umile, proprio come sono nella realtà!

Ai miei tempi la limpidezza per noi ragazze era fondamentale e i ritratti erano uno dei pochi mezzi per dimostrarci tali, di fatti sono molti gli elementi che richiamano questa virtù, ad esempio l’atteggiamento del mio giovane volto, umile e remissivo, le perle che indossavo quel giorno al collo, sui lobi e attorno al polso, ed infine i miei fiori preferiti, gigli bianchi! Ovviamente questa non è l’unica opera in cui il mio dolce viso compare, ebbene sì, venni dipinta molti anni più tardi, ma questa volta non ero più sola, al contrario a circondarmi erano i miei dieci amati figli ed il mio caro marito!

Intervistatrice: Grazie mille anche a lei, signorina! E per ultima, ma non per importanza, abbiamo il piacere di intervistare un’altra grande donna rappresentata nell’arte. Lei è ben conosciuta per la sua bellezza, ovviamente. Si presenti pure e ci dica: crede che il suo pittore sia riuscita a ritirarla al meglio?

Cleopatra: E di me non si udisca altro se non che fui la più grande regina che il mondo abbia mai conosciuto, la grande faraonessa che sottomise tutte le terre e uomini ai suoi piedi! Cleopatra sono, e la mia storia venne rappresentata in tutte le arti, soprattutto in quelle di Guido Cagnacci nel 1640. Oh il mio caro Cagnacci! Credo sia riuscito a rappresentare alla perfezione la mia irresistibile bellezza nei miei sinuosi lineamenti prima del mio tragico gesto, da cui traspare tutta la mia forte personalità carismatica e poliedrica.

Devo proprio dire che ha fatto un bel lavoro, d’altronde di fronte a una meraviglia come me non si può realizzare altro che un capolavoro! Anche se, a pensarci bene, non sembra aver ritratto accuratamente i miei tratti egizi, non trova?

Intervistatrice: Effettivamente ha ragione... perchè secondo lei?

Cleopatra: Non trovo altra giustificazione se non quella di rendere la mia storia e la mia personalità universali. Dunque, che questa bellezza tanto pura e ammaliante non sia riferita solo a me, alla faraonessa Cleopatra, ma a tutte le donne di quell’epoca. In tal modo, le raffigura come delle vere e proprie eroine leggiadre e valorose. Esattamente come lo fui io.

Intervistatrice: Grazie mille a tutte le opere che si sono prestate alla nostra intervista! Se siete curiosi di osservare i nostri intervistati più da vicino, non esitate a visitare il Museo delle Collezioni Comunali di Bologna! A preso e alla prossima intervista flash!

 

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