Scuola
In piazza contro l'alternanza scuola lavoro, la lettera di uno studente
Dopo la morte di Lorenzo durante le ore PCTO, alcuni studenti sono scesi in piazza. Zai.net dà voce al dibattito senza censura
Pietro Locci | 31 gennaio 2022

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un giovane studente liceale che prende posizione in merito alle proteste di queste settimane contro l'alternanza scuola lavoro nelle scuole superiori. Da oltre 20 anni, Zai.net è la voce degli studenti Italiani. Parola a loro in questo delicato dibattito:

 

21 gennaio 2022: Lorenzo Parelli, studente di 18 anni, muore durante lo stage d’alternanza scuola-lavoro (PCTO),

schiacciato da un macchinario, a Udine.

 

 

La conoscenza, per l’uomo concreto - per l’uomo industriale -, non può essere fine a sé stessa, né tanto meno può servire all’appassionata costruzione di un pensiero critico: evidentemente, tutto ciò che di bello, o di appagante, o di entusiasmante ha il mondo, è inutile. Ed è inutile: a) perché non produce profitto; b) perché può salvare noi studenti dal giogo del denaro, dando legna d’ardere alla scintilla dei nostri intelletti.

E allora: - a che serve il latino? - si chiedono le industrie-; - a che serve la fisica teorica? - si chiedono le industrie -; - a che serve la filosofia? - si chiedono le industrie-.

E queste cose le industrie se le chiedono dal momento in cui anche i proletari iniziarono ad andare a scuola; e, col procedere del tempo regredendo, anche i proletari si pongono oggi i medesimi interrogativi, e lo fanno all’unisono con loro.  

- A nulla - è la loro risposta. - A nulla poiché quello del pensiero non è uno spendibile sapere pratico. A nulla perché non è merce, non è denaro. -

- E allora -, dicono i padroni, - come potete permettervi questo privilegio di poter passare cinque anni a unicamente studiare? -. E, effettivamente, è difficile permetterselo, poiché il mondo che ci assalta da ogni parte è un mondo violento, crudo, reso tale unicamente dalla ricerca del puro utile.

La scuola allora, pavida, si piega, e regala i suoi alunni alle industrie: serva scuola, e colpevole: schiava d’industrie e schiavista di menti.

Stolta, che l’util chiede,

E inutile la vita

Quindi più sempre divenir non vede.

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