Attualità
Quando due “nomadi” sono costrette a casa
La storia delle attiviste Francesca e Ilaria che, impossibilitate a viaggiare, hanno dato vita a “South North East West Activista!”
Redazione | 11 novembre 2020

È possibile fare attivismo durante una pandemia, senza potersi muovere né viaggiare? La storia di Francesca e Ilaria è la storia di due “nomadi vagabonde” come amano definirsi loro, che – rimpatriate in quattro e quattr’otto dal Bangladesh, dove stavano svolgendo una missione umanitaria professionale – hanno deciso di continuare a dare visibilità a persone e contesti non coperti dai media tradizionali, spesso troppo eurocentrici.

Nasce così South North East West Activista!, progetto sorto all’interno dell’iniziativa giovanile Task Force Covid-19 promossa da Action Aid Italia in risposta alla pandemia da Coronavirus. Il progetto si propone di contrastare la solitudine e il distanziamento sociale rispondendo al bisogno di socialità e al senso di appartenenza a una comunità. L’idea di Francesca e Ilaria è quella di capovolgere i tradizionali schemi eurocentrici (da qui il nome: sud, nord, est, ovest; in luogo del tradizionale: nord, sud, ovest, est) dando voce alle innumerevoli disparità create dalla pandemia in ogni angolo del pianeta. Sappiamo tutto di Covid e disuguaglianze nel nostro Paese ma in pochi sanno gli effetti della pandemia sul resto del mondo. “Sentivamo un senso di ingiustizia – ci ha raccontato Francesca - se già per noi è duro il lockdown, dobbiamo immaginare cosa significhi viverlo nei paesi del Sud Globale dove trovi il pane per sopravvivere giorno per giorno. Non c’è modo per isolarsi e ci sono sistemi sanitari drammatici. Le disuguaglianze si sono inacerbate ancor di più là dove erano già acutissime”.

Il frutto del lavoro di questo gruppo di ragazzi tra i 18 e i 30 anni è un’incredibile raccolta di video interviste a giovani attivisti: 15 paesi e 22 ragazzi impegnati nelle zone dimenticate del mondo.

“Abbiamo avuto modo di scoprire le principali difficoltà dei giovani e delle giovani nei più diversi contesti, cercando di entrare negli aspetti storici, politici e culturali di ogni Paese – proseguono le due ideatrici –. Giustizia climatica, empowerment femminile negli slums, matrimonio precoce, agroecologia, igiene mestruale e molto altro. Le interviste si sono rivelate uno straordinario network di attivismo globale”.

Partendo dal “South” e proseguendo in rigoroso ordine controcorrente, Francesca e Ilaria, ferme a casa per la prima volta dopo anni di viaggi umanitari, hanno così messo a disposizione di ragazzi e insegnanti quello scorcio di attivismo che, per definizione, non può subire passivamente nulla… figuriamoci una pandemia!

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