Attualità
Scuola, le pressioni sono davvero troppe?
In seguito al suicidio della studentessa all'Università Iulm di Milano parliamo di scuola e pressioni con i giovani reporter del Dante
Redazione | 3 febbraio 2023

A Milano, il cadavere di una ragazza è stato trovato all'interno di un bagno dell'Università Iulm mercoledì mattina. La giovane, 19enne sudamericana e residente nel capoluogo lombardo, prima di togliersi la vita ha lasciato un biglietto d'addio: "Ho fallito negli studi e nella vita". Non è purtroppo il primo suicidio che avviene fra studentesse e studenti universitari in Italia. Una depressione e/o un disagio psichico accompagnato da un senso di fallimento spesso dovuto al mancato conseguimento di esami o di traguardi prefissati entro una certa età. Ne abbiamo parlato con le studentesse del Liceo Dante Alighieri di Roma all'interno di Zai.time.

"Il fallimento arriva quando ci si prefissano degli obiettivi e non si riesce a rispettarli. Lo studio incide molto perché sta diventando sempre più pressante e faticoso non farsi sopraffare dalla scuola, dalle aspettative dei genitori e degli insegnanti" racconta Caterina. "Anche i social possono aver giocato un ruolo decisivo: si guardano le vite perfette degli altri e ci si confronta con tutti" dice Benedetta. "Noi a scuola abbiamo uno psicologo scolastico che viene una volta ogni due settimane e bisogna mettersi in coda dopo tutti gli altri 800 studenti. Eppure sarebbe fondamentale avere una figura di supporto. Bisogna insegnare il fallimento: il 4 o il 2 devono invitare lo studente a migliorare e invece spesso abbattono e basta" continua Caterina. "I professori dovrebbero essere in grado di educare e non solo insegnare. Servirebbe una formazione anche per sapersi rapportare con gli adolescenti e le nostre fragilità".

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