Attualità
Riflessioni sulla Conferenza regionale sul sistema educativo
Un giorno cambieremo... si spera
Riflessioni sulla Conferenza regionale sul sistema educativo
Lisa Valle, Noemi Viola e Irene Monteverde | 21 ottobre 2014
Nei giorni 8 e 9 ottobre, a Genova si è tenuta la Conferenza regionale sul sistema educativo.
A questo congresso erano presenti diverse persone, tra cui professori, educatori e importanti politici liguri e non, ma pochissimi studenti. Nel corso della manifestazione sono stati discussi diversi temi tra cui: bisogni educativi speciali, edilizia scolastica, media education, scuola digitale e orientamento.
La Conferenza si è rivelata molto interessante, ma troppo incentrata su aspetti secondari, invece di concentrarsi sui bisogni reali degli studenti che, pur essendo in pochi non hanno avuto il tempo necessario per esprimere i pensieri dei ragazzi.
Tuttavia, l’aspetto positivo che abbiamo riscontrato è la voglia di fare e di rendere la scuola un posto migliore, dove istruire i giovani.
Inoltre è stato affrontato l’argomento edilizia per migliorare le scuole, e renderle edifici più accessibili ai ragazzi con problemi/difficoltà, migliori dal punto di vista estetico e in regola dal punto di vista della sicurezza.
Durante la Conferenza c’è stato un evento a sorpresa: dei giovani manifestanti si sono introdotti nell’edificio con volantini e megafono, interrompendo il discorso del Sottosegretario all'istruzione Toccafondi.
Siamo riusciti a raggiungerli per poi farci lasciare un volantino in cui era rivelata la ragione di tale manifestazione. Nel volantino sono spiegate solo alcune delle motivazioni che hanno incitato questi ragazzi a un atto così audace: “i nostri percorsi scolastici vengono modificati su misura per loro, così da farci abituare a questo mondo di lavoro/schiavitù. […] Mentre nelle scuole superiori si crea manodopera a basso costo - ci si riferisce all'alternanza scuola-lavoro, ndr - nelle università si fa sbarramento con test di ingresso anticipati, orari sovrapposti e tasse sempre più alte per svuotarle e lasciarle in mano ad un’élite di pochi fortunati”.
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