Cinema e Teatro
The Counselor - Il procuratore
Mattia Marzi | 27 gennaio 2014

Un anno dopo la distribuzione di "Prometheus", il film con il quale è tornato a sperimentare il genere della fantascienza a trent'anni di distanza dal capolavoro "Blade runner" ("Prometheus" si diceva dovesse rappresentare un ideale sequel di "Alien"), Ridley Scott torna sulle scene con "The Counselor" ("Il procuratore"), un film ascrivibile al genere thriller. "Il procuratore" vanta la sceneggiatura originale di Cormac McCarthy, scrittore e drammaturgo statunitense, realizzata nel 2011; la storia è quella di un avvocato (interpretato da Michael Fassbender) che non si accontenta di vivere solamente grazie ai guadagni che il suo prestigioso mestiere gli procura, ma che "per arrotondare" decide di immischiarsi in loschi affari. Accetta così la proposta di un suo cliente (un irriconoscibile, per via del trucco e dei costumi che indossa, Javier Bardem - alias Reiner), malavitoso che si occupa dello spaccio di droga, di trasportare un camion contenente diverse tonnellate di cocaina oltre il confine messicano. Ad aiutarlo nell'operazione c'è il prudente Westray (Brad Pitt). Una serie di eventi dietro ai quali si cela Malkina (Cameron Diaz), cinica e feticista compagna di Reiner, una Creudelia De Mon umanizzata che muovendo alcune pedine umane causa la morte degli altri personaggi per mezzo di un aggeggio che stringendosi al collo delle persone finisce per ucciderle tagliandone la carotide. In questo perverso meccanismo si ritrova coinvolta anche la moglie dell'avvocato Fassbender, Laura (Penelope Cruz), il cui cadavere finisce per essere gettato a marcire in una discarica.
"The Counselor" è un film dalla sintassi impazzita, dalla trama che ricorda quelle di alcune pellicole firmate Alfred Hitchcock (con degli innocenti coinvolti in situazioni losche e sadiche) e caratterizzato da una sorta di estetizzazione della violenza; Scott si riserva il diritto di non mostrare quelle che potrebbero essere le scene clou dell'intero film. In circa due ore di film, davanti agli occhi dello spettatore scorrono fiumi di sangue, teste mozzate, uomini ritrovati ammuffiti dentro bidoni d'acqua. Il direttore di fotografia Dariusz Wolski riesce ad essere sempre nel vivo dell'azione e focalizza la sua attenzione proprio sulle scene più sanguinose della pellicola e sui dettagli più macabri: basti osservare l'uccisione di Reiner, con l'attore rivolto verso la cinepresa e una pallottola che gli fora il cranio sporcando di sangue l'obiettivo; o quella di Westray, che nel tentativo di liberarsi dal marchingegno-killer applicatogli al collo da due sicari di Malkina finisce per morire con una carotide zampillante sangue e con le dita mozzate. Un film decisamente all'altezza del suo cast e del suo regista, insomma; Ridley Scott torna al thriller in grande stile, dando prova della sua indiscutibile versatilità registica e del suo talento nel ritrarre dinamiche sporche pur non perdendo di vista la psicologia dei personaggi che ne sono coinvolti.

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