Cinema e Teatro
CONTAMINAZIONI
Outside the box
Andrea Liberovici ci fa entrare nel mondo di Faust, con il debutto di “Faust’s box”, in scena al Teatro Duse di Genova dal 30 novembre
Gaia Ravazzi | 23 novembre 2016

Cosa si intende con viaggio transdisciplinare? Mentre la multidisciplinarietà significa vestire uno spettacolo con dei clip, metterli come contorno, questo lavoro è stato scritto attraverso i vari mezzi. Ho deciso durante la scrittura di utilizzare o la scrittura vera e propria, o la musica, il video o tutte insieme. Ho usato tutte queste discipline come se fossero penne con cui scrivere un testo.
Faust percorre in tredici momenti essenziali la sua esistenza utilizzando queste diverse dimensioni. Possiamo dire che questa scelta rispecchi la modernità, il nostro essere multitasking? Sì, esattamente. Più moderni che multitasking, che è un concetto che proviamo ad essere senza riuscirci. Siamo cambiati rispetto a vent’anni, trent’anni fa, antropologicamente, siamo ormai abituati a fruire delle comunicazioni più che nella lettura di un testo, nella visione di un quadro, più che nell’ascolto di una musica singola ma come fruitori di tutti questi insieme, gli audiovisivi.
Qual è l’attualità della figura di Faust? L’attualità è che Faust è un grande mito, che ha attraversato i secoli, una persona che è esistita veramente, un ciarlatano. Faceva anche un po’ paura quando è nato come personaggio, il rapporto con il demonio, da cui nasce la leggenda, il famoso patto con il diavolo. Sono nati da allora tantissimi Faust diversi, tra cui il più famoso è quello di Goethe, che si era ispirato ad una vita di Faust recitata per marionette. Il Faust è interessante perché è un racconto dell’essere umano. Se lo vediamo da un’analisi critica fatta all’inizio del ‘900 da Lukács, nella figura di Mefistofele si individua un passaggio da un’epoca ruraria, antica, alla modernità. Mefistofele rappresenta due aspetti con cui corrompe Faust: l’oro e il piacere sessuale. Questa sua riflessione mi ha fatto venire l’idea di raccontare la transizione del nuovo millennio, in cui la modernità è già antica. Adesso, dopo che la rivoluzione industriale è stata smantellata, esiste la rivoluzione dell’economia, della finanza, c’è un altro tipo di società. Qual è la figura di Faust allora? Non è che Faust e Mefistofele sono entrambi nell’essere umano? Questa è la domanda che questo spettacolo si pone.
Ci vuole dire qualcosa su questo cast d’eccezione? Questo spettacolo, che ha debuttato alla Philharmonie di Parigi a settembre, ha un’impronta chiaramente internazionale. Il cast è eccezionale, la protagonista è una cantante e attrice di New York, Helga Davis, che fa Faust e Mefistofele, famosa per “Einstein on the beach”, spettacolo che ha girato il mondo. Insieme a lei Ars Nova Ensemble, un gruppo di musicisti francesi molto conosciuti e apprezzati. Un elemento d’interesse per i giovani potrebbe essere proprio questa dimensione internazionale dello spettacolo, la possibilità di vedere una cosa che si vede in giro senza magari andare in America o se si ha poca dimestichezza con il viaggiare.

 

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