Sport
Europei femminili, quando lo sport è cultura ed educazione
Il discorso della capitana Girelli al Quirinale: "Ci definiscono il cammino, la fatica condivisa, le lacrime sincere, la voglia feroce di dimostrare che meritiamo rispetto, visibilità e futuro"
Giorgia Alagna | 24 luglio 2025

"Sei anni fa, nel 2019, dopo un quarto di finale di un Mondiale siamo arrivate qui con la sorpresa negli occhi e l'entusiasmo nel cuore. Oggi portiamo con noi qualcosa in più: la consapevolezza". Non trattiene le lacrime la capitana della nazionale di calcio Cristiana Girelli nel suo discorso al Quirinale, alla presenza del Presidente Mattarella.  "La consapevolezza di valere e di poter sognare in grande. La consapevolezza di portare sulle spalle molto più di una maglia, la speranza di tutte le bambine che ci guardano e pensano: 'Un giorno sarò lì anch'io'".

Le azzurre, sotto la guida del commissario tecnico Andrea Soncin dal 2023, hanno appena concluso il loro cammino al campionato europeo ospitato dalla Svizzera, un percorso che potremmo definire eccezionale ma che lascia anche l'amaro in bocca: l’Italia ha battuto la Norvegia ai quarti ed è volata in semifinale, un traguardo che non veniva sfiorato dal 1997. Diverse calciatrici hanno descritto questa avventura come un ‘’sogno’’: un sogno che purtroppo si è interrotto, proprio con l'eliminazione delle azzurre in semifinale contro le campionesse d’Europa, le Leonesse inglesi.  La nazionale è tornata a casa e stamattina è stata accolta dal Presidente, il quale si è complimentato con le azzurre e ha successivamente lasciato spazio alle parole della capitana, Cristiana Girelli.

"Eravamo a un minuto dalla finale, ma non è quel minuto a definirci. Ci definiscono il cammino, la fatica condivisa, le lacrime sincere, la voglia feroce di dimostrare che meritiamo rispetto, visibilità e futuro. Questa squadra è un collettivo che ha imparato a lottare insieme, a cadere senza spezzarsi e a rialzarsi con orgoglio. Per questo che oggi non siamo qui a raccontare una sconfitta ma per portare un messaggio che ci sta a cuore".

Rispetto all'Italia del 2019, che non disponeva ancora dei giusti mezzi per poter coltivare grandi imprese, quella di oggi, grazie al duro lavoro e all’impegno delle calciatrici ha sviluppato una forte identità, e ha preso coscienza delle proprie certezze per poter gareggiare alla pari delle grandi squadre. "Lo sport non è solo un gioco, è cultura, è educazione, è futuro" secondo Girelli, che ha sottolineato come investire nello sport non sia importante per ‘’sostenere’’ il settore, ma fondamentale per gettare le basi per un paese più sano e consapevole. Il calcio femminile italiano non è più una novità, bensì una realtà viva, che ha vissuto numerosi progressi ma ha fame di crescere ancora, attraverso fiducia e progettualità concreta. Grazie a quello che sta facendo questa generazioni di calciatrici, oggi ogni bambina ha il diritto di sognare in grande. È questa la vittoria più grande di Cristiana e delle compagne la vittoria: far sì che anche le bambine e le ragazze possano sentirsi libere di praticare calcio, senza che alcun pregiudizio o stereotipo.

Emozione, potenza ed esperienza. La capitana azzurra è portavoce delle difficoltà e delle insidie che lei e le compagne hanno affrontato nel corso di questi anni, in cui il calcio femminile ha fatto fatica ad affermarsi; ma allo stesso tempo, è parte di un movimento che ha lavorato duramente per assicurarsi il progresso del settore, nonostante in passato fossero poche le realtà che veramente appoggiavano e garantivano supporto. È vero, le Azzurre hanno dovuto abbandonare il sogno europeo e non hanno portato a casa alcun trofeo. Ma hanno vissuto il loro trionfo: si sono guadagnate il rispetto, la fiducia, la visibilità di chi prima le considerava come invisibili.

 

 

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